Vera Slepoj: «È stressante e scatena laggressività»
11 Agosto 2005 - 00:00«Più a rischio sono i soggetti obbligati a sopportarli: ad esempio chi abita vicino a una discoteca»
Daniela Uva
Il vicino che alza in modo eccessivo il volume della tv; il bar sotto casa che «spara» la musica come fosse una discoteca; il viavai ininterrotto di macchine e motorini. Sono tutte fonti di rumori, suoni caotici che mettono a repentaglio lequilibrio psicologico di ogni persona. Causando fenomeni come ansia, inquietudine, aggressività e violenza.
«Quando cè troppo rumore - spiega Vera Slepoj, psicologa e psicoterapeuta - si crea una sorta di scompenso psichico perché lindividuo non riesce più a ricordare e percepire la gamma di suoni che conserva nella propria memoria: lo scorrere dellacqua, lo scrosciare della pioggia, il ripetersi delle parole. Ogni essere umano, sin dalla nascita, costruisce la sua personalità attraverso i cinque sensi. Quindi anche attraverso ludito. E forma una memoria di suoni. Tutto ciò che contrasta con questa memoria, quindi i rumori troppo forti e ripetitivi, crea un senso di ansia e inquietudine. È solo nel silenzio che un individuo ha la possibilità di percepire le differenze fra i rumori e di coglierne le sfumature».
Quella in cui viviamo è una società fortemente rumorosa e, per questa ragione, caotica. «Il rumore crea confusione - continua la psicologa - è il regno dellindistinto e dellindeterminato. Condizioni che creano stress e che, in alcuni casi, possono portare a forme patologiche di insofferenza. Queste ultime a volte sfociano nellaggressività e nella violenza». I soggetti più esposti sono quelli che subiscono i rumori in modo passivo. «Chi va in discoteca o lavora in bar e locali notturni soffre meno il rumore perché ha la possibilità di muoversi e di allontanarsi - dice la Slepoj -. Chi viceversa vive a ridosso di questi luoghi e viene investito suo malgrado da rumori molto forti diventa più facilmente intollerante perché non può decidere di variarne il tono o di spostarsi». Linsofferenza non conosce stagioni. «Non è detto che in estate la situazione peggiori - conclude la psicologa -. Sicuramente aumentano i contatti con il mondo esterno e quindi diminuiscono le difese.