«Verde e nuovi cantieri: ecco come cambia la città»

Dal 1999 presidente dell’Ordine degli architetti, Daniela Volpi è un’attraente milanese, laureata in architettura nel 1969 al Politecnico di Milano. Ha collaborato con Marco Zanuso per molti anni ed è titolare di uno studio che progetta architettura, ristrutturazioni e interior design. Ha partecipato a molti concorsi nazionali e internazionali ottenendo numerosi riconoscimenti. Tra le opere recenti la costruzione di un auditorium nella provincia di Milano. Nelle sue parole si avverte l’amore per Milano e il disappunto per tutto quello che non è stato ancora fatto.
Che cosa è in atto a Milano in senso urbanistico?
«È stato elaborato il piano di governo del territorio. Un programma attuativo di quanto si ritiene necessario per il miglioramento della qualità della vita dei cittadini che ridisegnerà gli assetti della città nei prossimi anni. E poi ci sono interventi che interessano parti di città, alcuni terminati (Bicocca, Portello), altri in esecuzione (Garibaldi Repubblica, City life Fiera). Per conoscere il senso dei cambiamenti che porterà l’adozione del nuovo Pgt di Milano abbiamo organizzato presso l’Ordine quattro incontri che portano in discussione alcuni temi importanti, come le infrastrutture, il rapporto di Milano con la regione urbana e quali servizi concorrono a definire la città contemporanea».
La famosa rete ciclabile?
«La rete ciclabile esistente oggi a Milano manca sostanzialmente di continuità. Sarebbe necessario prevedere la ricucitura di tutti i frammenti con l’obiettivo di portare la bici ad essere un effettivo mezzo di trasporto alternativo all’automobile».
E per l'Expo?
«L’opportunità per Milano di essere sede di Expo deve essere colta, oltre che per offrire risorse alla manifestazione, anche per affrontare gli assetti della città, valutando fin d’ora quali ricadute potrà avere l’evento quando sarà finito e quale potrà essere il riutilizzo delle opere costruite».
A proposito di decoro urbano, non si era aperta una possibilità di rimuovere il monumento a scale in piazza Croce Rossa?
«Si è parlato molto di questo alcuni anni fa. Adesso mi sembra che il caso possa essere archiviato. Del resto spesso i giudizi non sono concordi. Ricorda quanto si discusse sui giudizi dati da Celentano contro la nuova sede della Bocconi?».
E l’housing sociale?
«Da qualche anno in Europa si è riacceso l’interesse nei confronti dell’edilizia residenziale sociale. L’Italia ha riaffrontato il problema con un certo ritardo rispetto agli altri paesi europei. Il Comune di Milano ha bandito due importanti concorsi "Abitare a Milano" e altri due banditi da Fondazione Housing sociale e Fondazione Cariplo, per la costruzione di residenze volte a dare risposte positive alla domanda di case a prezzo calmierato».
Tra i building in costruzione nella zona Garibaldi-Repubblica che sembrano fermi, quanto parco è previsto?
«L’area delle ex Varesine (c’era il luna park quando io ero piccola) è oggi un gigantesco cantiere che diverrà parte integrante della città. Sarà un quartiere prevalentemente pedonale, con edifici progettati da molti architetti italiani e stranieri, che nascono attorno un nuovo parco. È stato uno dei primi temi dell'area oggetto di un concorso».
Come si risolverà il problema Darsena?
«Sei anni fa è stato bandito un concorso internazionale, vinto dal gruppo Bodin Guazzoni Rizzatto Rossi, per la sistemazione di tutta l’area di superficie che sarebbe stata riqualificata a seguito della costruzione di un parcheggio sotterraneo che avrebbe eseguito un' azienda privata. Le prime difficoltà alla realizzazione del progetto sono nate con i ritardi accumulati dagli scavi della Soprintendenza, ritardi che hanno portato l'impresa a proporre ipotesi alternative che in Comune non sono state accolte. I questi anni sono anche cambiati tre assessori di riferimento alla gestione del progetto.

È urgente che si componga la vertenza tra Comune e impresa per poter dare inizio ai lavori: in vista dell’Expo ma soprattutto per poter restituire alla città un pezzo importante della sua memoria storica».
Cosa altro c’è da salvare a Milano?
«Togliere al povero Teatro Nazionale quella pensilina che gli hanno messo davanti. Piazza Piemonte con i suoi palazzi Liberty era bellissima».

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