Verdetto sugli onorevoli-sindaci: 15 seggi a rischio

RomaÈ allarme rosso nei palazzi del potere dopo la sentenza della Corte Costituzionale che stabilisce l’incompatibilità tra la carica di parlamentare e quella di sindaco di un Comune con più di 20mila abitanti. Una decisione i cui tempi di applicazione sono ancora da stabilire - così come l’eventuale ricaduta anche sui deputati e senatori presidenti di Provincia - ma che appare destinata a provocare più di un problema politico alla maggioranza.
Alla Camera la questione verrà affrontata già a partire da questa settimana. La Giunta per le elezioni è stata investita del problema dal presidente Maurizio Migliavacca del Pd che si è affrettato a istruire la pratica e a istituire il comitato per la verifica delle incompatibilità, guidato da Pino Pisicchio. Sarà questo organismo - che si riunirà domani - a stabilire se i deputati interessati (5 del Pdl e uno della Lega) debbano scegliere subito tra Montecitorio e la fascia tricolore. L’istruttoria riguarderà anche 9 presidenti di Provincia che sono deputati. In realtà nella sentenza della Consulta non si parla di loro ma l’interpretazione della legge per le ineleggibilità è controversa. Alla Camera saranno quindi in tutto 15 le posizioni da esaminare.
I deputati-sindaci sono tutti di maggioranza: per il Pdl Michele Traversa, Marco Zacchera, Niccolò Cristaldi, Giulio Marini, Adriano Paroli. Poi Luciano Dussin, leghista, primo cittadino di Castelfranco Veneto, che è anche componente della Giunta per le elezioni. I presidenti di Provincia sono 8 di maggioranza e uno dell’Udc. Per il Pdl Maria Teresa Armosino, Luigi Cesaro, Edmondo Cirielli, Antonello Iannarilli, Antonio Pepe. Per la Lega Daniele Molgora, Ettore Pirovano, Roberto Simonetti. C’è poi il caso del centrista Domenico Zinzi, che alla Camera è all’opposizione ma a Caserta è alleato con il centrodestra.
Al Senato l’opzione sarà richiesta per il Pdl ad Antonio Azzollini e a Enzo Nespoli. Raffaele Stancanelli, sindaco di Catania, ha già annunciato che lascerà Palazzo Madama e al suo posto subentrerà Nino Strano, un tempo in An ora in Fli. Potrebbero poi dover optare anche Gianvittore Vaccari (sindaco di Feltre) e Giuseppe Firrarello (sindaco di Bronte), ma non è chiaro se le due cittadine superino i 20mila abitanti. Uno solo è il senatore presidente di Provincia: Cosimo Sibilia. Del gruppo dei possibili subentranti fanno parte Giampiero Cannella, già parlamentare di An; Luca D’Alessandro, attuale capo ufficio stampa di Via dell’Umiltà, e Luigi Fedele, capogruppo Pdl in Regione Calabria.
La maggioranza non teme tanto le ripercussioni sui numeri quanto «l’effetto confusione», vero obiettivo politico del Pd, e potrebbe proporre di rendere applicativa la sentenza della Consulta soltanto dopo l’approvazione di una normativa unica di riferimento per tutte le cariche elettive.

«Non consentiremo forzature» dice il segretario di Giunta, Pietro Laffranco, «e in nessun caso accetteremo l’estensione ai presidenti di Provincia, a meno che l’opzione non venga esercitata su base volontaria». La battaglia sulle incompatibilità, insomma, è iniziata. E non è escluso che la querelle tra opposte interpretazioni possa portare la partita ai tempi supplementari.

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