Piera Anna Franini
Come ogni musicista che si rispetti, fu cittadino del mondo, ma regolarmente tornava nel sobborgo marino dove era nato, nel 1925: Oneglia. Dicono che fosse uno straordinario pescatore, innamorato del mare, sempre pronto a raccogliere linvito di amici, tra cui Renzo Piano, a spiegare le vele. Echi di mare che intridono la sua opera, unopera che sapeva guadagnarsi fior di commissioni in teatri di tradizione (vedi Outis alla Scala), attrarre con naturalezza il pubblico, in barba allo spettro di sale semivuote spesso riservate alla musica contemporanea.
Luciano Berio se ne è andato il 27 maggio 2003 e lOrchestra Verdi gli rende omaggio, stasera (ore 20.30), allAuditorium. Un omaggio a chi, dal 2000 fino alla morte, intese accompagnare il cammino del giovane complesso orchestrale vestendo il ruolo di direttore onorario.
Il programma della serata si concentra su Berio e allo stesso tempo spinge lo sguardo oltre il compositore ligure. Apre infatti lappuntamento la Serenata per un satellite di Bruno Maderna (1969) e Kleine Dreigroschnmusik (1928) di Kurt Weill.
Il Berio su cui punta la Verdi, che sarà condotta da Nicoletta Conti, è il musicista attratto dal passato. Quello della Sonata per clarinetto e orchestra op.120 n.1 di Brahms-Berio, pagina inclusa nel cd che lOrchestra, diretta da Chailly, dedicò al musicista. Seguono i Quattro Encores pour piano e la Petite Suite pour piano.
Al clarinetto, la prima parte della Verdi, Fausto Ghiazza, al pianoforte, naturalmente, Andrea Bacchetti. Naturalmente poiché Bacchetti, ligure anchegli, assieme a Lucchesini rappresenta il pianista di riferimento di Berio, compositore frequentato assiduamente dal 1989 fino a pochi giorni dalla morte. Al pianista ora trentenne, Berio regalò partiture, un album con opere sue e del padre, più una dedica «che conservo gelosamente», ci confessa Bacchetti.
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