Per la Verdi da Roma poco più che chiacchiere

Ma è vera questa storia dell'indifferenza, se non dell'ostilità, verso Milano e le sue iniziative da parte della burocrazia e della politica romane soprattutto, ma non solo, se di sinistra? Il vittimismo non è nelle corde di questa città, abituata a fare da sé il più possibile, ma ci sono casi in cui quel luogo comune sembra trovare conferma. Un esempio? L'Orchestra Verdi. La più apprezzata e brillante compagine sinfonica italiana tra quelle che possono vantare origini e gestione completamente private. Nata 15 anni fa grazie all'impegno appassionato di Luigi Corbani, ex vicesindaco di Milano, che ha abbandonato la politica per dedicarsi alla sua vera grande passione: la musica. La Verdi ha oltre 200mila spettatori paganti l'anno e incassa poco più di 5 milioni fra tournée, incisioni, contributi privati eccetera. Le altre 13 orchestre sinfoniche italiane incassano complessivamente un terzo. In appena due anni Corbani ha fatto realizzare da privati per l'orchestra il bell'Auditorium di corso San Gottardo, riqualificando la zona. Insomma la Verdi è una vera eccellenza di Milano. Ma ora, nonostante tutto questo, professori, dipendenti e collaboratori dell'orchestra sono letteralmente alla fame: non prendono lo stipendio da mesi. Com'è possibile se sono così bravi? Semplicemente perché, com'è noto, questi organismi senza soldi pubblici non possono sopravvivere e alla Verdi dallo Stato non arriva più un centesimo. Ultimo contributo: 365mila euro nel 2005, mentre le 13 concorrenti ricevevano ben 15 milioni. Nel 2006 solo Comune, Provincia e Regione hanno messo mano al portafoglio: complessivamente 340 milioni.

Dal ministero competente, cioè da Rutelli, tante chiacchiere, solo ora la promessa di 500mila euro, un decimo di quanto servirebbe alla Verdi per sopravvivere. Allora: è solo un luogo comune l'ostilità della politica romana per le cose milanesi?

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