Il giallo della presenza o meno del sindaco di Segrate Adriano Alessandrini nella lista del presidente della Provincia Guido Podestà, rende ancor di più velenosa la vigilia del congresso. Con il patto sul «listone» unico tra i colonnelli del Pdl saltato allultimo momento e i candidati coordinatore che rimangono quattro quando al voto di domenica manca ormai poco. «Io sono il sindaco di tutti - ha spiegato Alessandrini - Devo amministrare una città, non mi sembra giusto schierarmi o entrare in un organo di partito». Nellentourage di Podestà incassano il colpo, limitandosi a controbattere che «forse Alessandrini non ha resistito a pressioni a cui altri hanno saputo resistere». Mentre gli avversari annunciano che non ci sarà nessun ricorso, né richiesta di verifica o esclusione della lista per leventuale irregolarità. «È giusto che Podestà si presenti e che ci sia un confronto vero. Anche se lincidente, diciamo così, lascia piuttosto perplessi».
Caso chiuso, almeno per ora, e campagna che procede con un secondo video di Podestà pubblicato su YouTube con citazione del segretario Angelino Alfano che l11 luglio aveva chiesto congressi veri e detto testuale: «Non sono convinto che sia sufficiente essere giovani per essere i migliori». Nonché Roberto Formigoni che spiega che «non dobbiamo prestarci a decisioni prese a tavolino». Ma dallufficio di Podestà è partita anche una mail indirizzata ai coordinatori nazionali e regionali con la richiesta di informazioni e regole del congresso: composizione della commissione di garanzia, tempi e modalità della votazione, presidenti dei seggi, rappresentanti di lista, verifica dei tesseramenti. «I trucchi non ci vanno bene - spiegano quelli di Podestà, rendendo bene il clima - Vogliamo la certezza che il principio una testa un voto sarà rispettato». Con Podestà che non approva la riduzione del congresso a un solo giorno. «Significa - spiega - che tutto si ridurrà ad ascoltare una ventina di dirigenti, i soliti. Poi sarà uno spingi-spingi per votare e chi arriverà in coda parlerà a una platea vuota. Sbagliato, perché per rilanciare il partito dobbiamo ascoltare tutti».
Intanto da Roma arrivano le prime risposte. Ovviamente indisponibile, come chiesto da Podestà, Silvio Berlusconi, la scelta per presiedere il congresso cade sul coordinatore nazionale Denis Verdini. «Personalità di prestigio - dicono al partito - e di garanzia per tutti». E a proposito di Berlusconi, acque un po troppo agitate gli avrebbero consigliato di non intervenire domenica. Mentre un suo ritorno (e in grande stile) a Milano sarebbe prevista per il 25 febbraio al congresso cittadino. Anche perché, essendo ancora residente in via san Gimignano, Berlusconi avrà diritto di voto. Per chi voterà?
Intanto nel partito decolla il dibattito. «Se lelettroencefalogramma è piatto la colpa è di tutti, nessuno escluso», spiega Luca Ruffino, membro del coordinamento lombardo del Pdl ed ex segretario cittadino dellUdc rimosso quando appoggiò Podestà al ballottaggio per le provinciali del 2009. Ruffino si schiera con Sandro Sisler e indica come «unica ricetta ripartire proprio dai congressi, riconoscendo con umiltà gli errori e tenendo come stella polare le tante eccellenze ed esperienze di governo positive che ci sono in Lombardia, a partire proprio dallesempio di Podestà». E magari «mandando in pensione coloro che si sentono gli unti del signore».
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