Al San Raffaele leggono nel pensiero. Ciò che una volta era pura fantascienza, adesso è realtà. La prospettiva non è, come potrebbe sembrare, quella di controllare le menti e limitare la libertà, ma di scoprire cosa succede nel cervello in caso di menzogna e di verità.
Ma come è arrivata a questa scoperta, pubblicata sulla rivista scientifica Cortex, l'équipe di ricercatori della facoltà di Psicologia dell'università Vita e Salute di don Verzè? «Tramite l'uso della Risonanza Magnetica - risponde il preside della facoltà Stefano Cappa - abbiamo comunicato a 21 giovani volontari frasi vere (come la giraffa è alta) e false (come il martello galleggia) e abbiamo constatato che la comprensione di affermazioni false attiva le porzioni più anteriori della corteccia cerebrale prefontrale destra, mentre quella di frasi vere coinvolge un'area posteriore, la corteccia parietale sinistra e il nucleo caudato, ovvero uno dei gangli della base che è conosciuto per il suo coinvolgimento nell'elaborazione di stimoli gratificanti». La nuova scoperta del San Raffaele non costituisce però una sorta di macchina della verità. Per ora.
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