«È vero, siamo molto in ritardo»

Galbusera, segretario Uil Lombardia: «Non sappiamo fare breccia tra i giovani. I comizi e i cortei sono strumenti vecchi»

da Milano

«Questo Primo maggio? Be’ effettivamente grandi folle non ci sono state». Non c’è nemmeno bisogno di fargli la domanda e Walter Galbusera, segretario generale della Uil Lombardia, anticipa il motivo della telefonata.
A Milano, ma anche nel resto d’Italia piazze vuote per i sindacati.
«Sicuramente imputabile al clima favorevole che ha spinto molta gente a prendersi qualche giorno di vacanza».
Non scherziamo.
«Sicuramente la celebrazione tradizionale con il corteo e il comizio era un mezzo di comunicazione più efficace negli anni passati».
Vuol dire che siete superati?
«Il Primo maggio riesce meglio quando prevale l’aspetto della festa. L’esempio del concerto di Roma è eclatante, quasi un festival».
Non sarà che i vostri temi sono superati?
«No gli argomenti anche quest’anno erano molto chiari e sentiti: la sicurezza e la difesa del potere d’acquisto».
Parlate di sicurezza e intanto a Milano la metà dei cantieri sono irregolari.
«Non un problema di leggi. In questi giorni è morto il figlioletto di un imprenditore. Ci vuole più cultura della sicurezza».
Gli argomenti saranno buoni, ma la gente che vi segue è sempre meno, mentre con i centri sociali al pomeriggio erano in centomila.
«Non mi stupisco. È un mondo fatto di giovani, militanti, entusiasti. Sono più motivati, c’è più curiosità».
Non vi sentiti schiacciati?
«Non siamo alternativi. È normale che loro suscitino più curiosità, interesse».
Sono più moderni.
«Sono più moderni. Ed è chiaro che noi abbiamo un’adesione modesta nel mondo del precariato».
Perché?
«È rischioso per un precario aderire al sindacato».
Sembra una scusa.
«Allora diciamo che dobbiamo saper affrontare con una riflessione più profonda il dualismo tra le generazioni».
Difficile conciliare le garanzie per gli adulti e l’apertura di opportunità per i giovani.
«Soprattutto in un Paese che cresce la metà degli altri. Questo è il cuore del problema».
Faccia un’autocritica.
«Il sindacato, e parlo di Cgil, Cisl e Uil, data la struttura fa fatica a prendere decisioni. Lo facciamo con troppo ritardo. Un problema che ci insegue da trenta, quarant’anni».
Mica poco. Una proposta?
«Dobbiamo modificare la contrattazione, premiare efficienza e produttività con i contratti integrativi, con la distribuzione territoriale del reddito».
Si torna al merito.
«Certo. A scuola non chiedo di licenziare un insegnante incapace, ma voglio poterne premiare uno bravo. Oggi è impossibile».


Gli operai della Pirelli Bicocca hanno votato l’Ugl, il sindacato di destra.
«La notizia più clamorosa dell’anno. Anche se mi dicono che erano militanti di Rifondazione comunista, dell’ala dura della Cgil che per dissidi interni sono passati lì». Ancor più clamoroso. Se possibile.

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