Verona - Un'intera famiglia sterminata. Cinque cadaveri, un uomo e una donna, marito e moglie, e i loro tre bambini piccoli (di nove, sei e tre anni) sono stati ritrovati morti in un’abitazione nel quartiere di San Felice Extra a Verona. A fare la macabra scoperta è stata la donna delle pulizie che subito ha chiamato il 113. La donna è entrata in casa trovando la donna e uno dei bambini senza vita in taverna. In una camera, invece, c'erano i cadaveri di altri due bambini, senza vita nei loro lettini. Infine, riverso a terra nella camera matrimoniale, il corpo dell'uomo: secondo una prima ricostruzione si sarebbe suicidato con un colpo di pistola alla tempia. Sul posto sono in corso gli accertamenti della polizia scientifica. Scartate le prime ipotesi gli investigatori sono ormai certi si tratti di un caso di omicidio plurimo-suicidio: a uccidere infatti potrebbe essere stato il capofamiglia, un commercialista, che avrebbe ucciso sia la moglie avvocato che i tre figli piccoli prima di suicidarsi.
Le vittime Le vittime della strage familiare sono Alessandro Mariacci, la moglie Maria Riccarda Carrara Bottagisio, entrambi di 43 anni, e i loro tre figli maschi Jacopo di 3, Nicolò di 6 e Filippo di 9 anni. Il magistrato che conduce le indagini, il pm Pietro Pascucci, ha appena lasciato la casa della strage, a San Felice Extra, senza rilasciare dichiarazioni, pur sottolineando che l’attenzione degli investigatori "è rivolta a più aspetti". In casa non è stato trovato finora nessuno scritto che possa spiegare le ragioni della vicenda. Sul luogo dell’omicidio-suicidio si è recato per pochi minuti anche il parroco di San Felice, Don Federico. "Era una famiglia per bene - ha detto il sacerdote che curava le lezioni di catechismo al bimbo più grande - è un dramma inspiegabile". Secondo quanto ha dichiarato un vicino di casa la famiglia, lui commercialista, lei avvocato, abitava nello stabile da circa due anni. All’interno della casa ora c’è ancora il medico legale De Leo, con gli uomini della scientifica.
L’arma del delitto Nella camera da letto matrimoniale accanto al corpo dell’uomo sono state ritrovate due pistole. "Si tratta un dramma consumato all’interno delle mura domestiche una famiglia sterminata dal padre che poi si è ucciso", spiega la questura. Tutte le vittime sono state uccise con un colpo alla testa. La tragedia potrebbe essere accaduta ieri sera. L’ora è da collocare tra le 22,30 e le 23. I vicini di casa hanno riferito di aver sentito a quell’ora dei colpi secchi, ma non di averci fatto caso. Le vittime erano tutte vestite con abiti di quando si sta in casa. I bambini, 9, 6 e 3 anni, erano in pigiama, la donna in tuta da ginnastica.
Tentativo di difesa Maria Riccarda Carrara Bottagisio potrebbe aver tentato una disperata difesa. Solo a lei, si apprende da fonti vicine agli
inquirenti, il marito ha sparato due colpi di pistola.
La donna, trovata sul divano della taverna, avrebbe alzato un braccio, che è stato colpito. Poi un secondo colpo l’ha raggiunta mortalmente
alla testa.
La ricostruzione Secondo la ricostruzione della questura di
Verona, Filippo e Nicolò sarebbero stati uccisi da papà mentre
dormivano nella loro cameretta.
Alessandro Mariacci avrebbe dapprima ucciso la moglie e il figlio più piccolo, Jacopo, probabilmente intento a giocare con dei soldatini trovati vicino al suo corpo
nella taverna di casa, accanto a quello della mamma. Tutte le vittime
presentano un colpo alla fronte, la donna anche un colpo a un braccio.
Famiglia benestante Al momento non è chiaro il movente della strage. "Era una famiglia benestante, una casa ben tenuta e di una certa eleganza", aggiunge il portavoce della questura. "Il medico legale sta mettendo insieme gli elementi per chiarire bene i fatti e l’ora del delitto, ma il passo successivo è capire il movente, cosa ha scatenato questo dramma familiare. Confermata la dinamica dell’omicidio-suicidio, gli investigatori della mobile di Verona a sera spiegano di "cercare in tutte le direzioni, stiamo battendo la pista a 360 gradi" per cercare di capire i motivi del raptus omicida scattato nella mente di Mariacci.
"Non c’è una pista particolare - spiega il dirigente Gian Paolo Trevisi - perché non abbiamo trovato né in casa né nelle autovetture nulla di scritto". E, al momento, appunto, non trova riscontri neppure il presunto movente dei timori del commercialista per un possibile tracollo economico.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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