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Vertice ad Arcore Berlusconi-Carroccio Riforme, finiani: "Non morire leghisti"

In serata faccia a faccia tra il premier e lo stato maggiore leghista per il patto su rimpasto, presidenzialismo e giustizia. Su Ffwebmagazine, periodico online della fondazione Farefuturo, il direttore Rossi chiede al Pdl di battere un colpo: "Dovrebbe far pesare la propria differenza, dettando l’agenda del governo". La replica di Bondi: "Il cammino delle riforme è saldamente in mano a Berlusconi"

Vertice ad Arcore Berlusconi-Carroccio 
Riforme, finiani: "Non morire leghisti"

Milano - Nel giorno del "faccia a faccia" tra Umberto Bossi e Silvio Berlusconi si continua a parlare dei temi all'ordine del giorno: le grandi riforme istituzionali, in primis, con il Carroccio che preme per la realizzazione del federalismo fiscale. Il premier è intenzionato a tenere in mano, bel salde, le redini della maggioranza, anche se è normale, a questo punto, che le richieste del Senatur si facciano più pressanti. Nel Pdl, però, c'è chi auspica un maggior mordente per tenere a bada le "pretese" della Lega. A riaprirsi, dunque, è il dibattito in seno al centrodestra, con i finiani di Farefuturo schierati in prima fila per tentare di arginare le pretese del Carroccio. A Berlusconi, come sempre, il compito di mediare e fare sintesi.

Il vertice ad Arcore Punto cruciale della giornata la cena di Arcore dove Silvio Berlusconi riunisce i pezzi da novanta del Carroccio e del Pdl per parlare del cammino delle riforme e della squadra di governo. Le priorità del Cavaliere restano il fisco (l'unica riforme che, sondaggi alla mano, interessa gli elettori) e la giustizia (da sempre un suo "pallino"). Entrambe sono affidate a uomini del Pdl: Giulio Tremonti e Angelino Alfano. "Che la Lega si occupi pure delle riforme istituzionali, del resto hanno quei ministeri" sottolinea un fedelissimo del premier. Anche il nodo del rimpastino non sembra preoccupare molto gli uomini del premier: la Lega, assicurano, rispetterà il patto in base al quale l'Agricoltura andrà al Pdl e in quel caso la poltrona, salvo sorprese, sarà di Giancarlo Galan. Ecco perché in molti scommettono che la cena (oltre a Bossi e al figlio Renzo sono presenti tra gli altri Tremonti, Verdini, la Russa, Bondi, Calderoli e Maroni) servirà principalmente a sancire un patto di fatto già siglato.

"Per non morire tutti leghisti" "Il Carroccio fa il suo mestiere, e lo fa bene: vince le elezioni, amministra, e sfrutta fino in fondo (con buona dose di spregiudicatezza) il suo peso. Verrebbe da dire: è la politica, bellezza. Il problema, semmai, è tutto del Pdl. La grande questione è il sonno di un partito nato un anno fa con l’ambizione di scrivere la storia del paese. E che adesso rischia di essere trainato dal suo alleato minore (i rapporti di forza parlano ancora chiaro). Perché sempre di alleato si tratta, seppur fedele e leale . Un alleato che, è sotto gli occhi d tutti, non ci mette nulla a diventare concorrente e, addirittura, sfidante".

Battere un colpo Su Ffwebmagazine, periodico online della Fondazione Farefuturo, il direttore Filippo Rossi chiede al Pdl di battere un colpo, per non morire tutti leghisti perché "il partito di Bossi, come ha spiegato lui stesso a spoglio appena terminato, ha deciso diventare il motore della maggioranza e di fare da traino per le riforme, da timoniere del governo". E allora "non si capisce spiega Rossi chi, nel Pdl, continua a non preoccuparsi dell’ iperattivismo del Carroccio, come se i due partiti coincidessero in strutture, ideali, programmi. Ma così non è. E allora il Popolo della libertà dovrebbe far pesare la propria differenza, dettando l’agenda del governo e impostando il cammino delle riforme. Non solo per motivi di forza numerica (che comunque hanno una loro valenza) ma anche e soprattutto perché è nato come grande partito nazionale, maggioritario e plurale".

La lucidità della Lega "L’esatto contrario della Lega - scrivono ancora su Fwebmagazine - Eppure la lucidità della strategia leghista è impressionante, come impressionante è il silenzio del Pdl , ha scritto Giuseppe Valditara sul Secolo d Italia di oggi. È vero. Il silenzio inizia a essere insostenibile. È tempo che il Popolo della libertà batta un colpo. Per non morire tutti leghisti".

Bondi: cammino riforme in mano a Berlusconi "Ancora una volta - dichiara il coordinatore del Pdl Sandro Bondi - il direttore di Ffwebmagazine emette una nota stonata nel momento in cui occorrerebbe massima serenità e obiettività di giudizio. L’agenda, il cammino delle riforme, così come la natura ed il ruolo del Pdl, sono sempre stati saldamente in mano al presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, nell’ambito di un’alleanza con la Lega Nord di Umberto Bossi improntata ad un rapporto di leale collaborazione e di reciproco rispetto".

Cicchitto: "In che pianeta vive Farefuturo?"
"Francamente non sappiamo in quale pianeta siano vissuti da qualche tempo a questa parte gli amici di Farefuturo se parlano di PdL muto e sonnolento!".Così Fabrizio Cicchitto replica all’articolo apparso sul periodico on line dell’associazione vicina a Fini. "Ci limitiamo a ricordare - aggiunge - alcune cose elementari. Il PdL ha condotto una durissima campagna elettorale per il rinnovo dei Consigli Regionali, ha vinto una competizione quasi impossibile a Roma e nel Lazio, ha organizzato la grande manifestazione a Piazza San Giovanni, ha prevalso con l’alleanza della Lega nelle principali regioni del Nord e ha vinto in Calabria e Campania mostrando in questo modo la sua natura di grande partito nazionale. Mentre, sotto la guida di Silvio Berlusconi, conducevamo questa difficile battaglia non abbiamo avvertito - sottolinea Cicchitto - la presenza di Farefuturo. Francamente non l’abbiamo sentita nè in termini positivi nè in termini negativi. Adesso si apre una fase diversa: abbiamo tre anni davanti a noi per intervenire positivamente sul quadro economico, per fare la riforma della giustizia e una incisiva riforma istituzionale. Il Popolo della Libertà farà la sua parte come l’ha fatta fino adesso e, ovviamente, farà i conti anche con il contributo critico di Farefuturo e con quello delle altre fondazioni che, nel loro insieme, costituiscono una ragione di pluralismo e di ricchezza per la vasta area politico-culturale del centro destra".

Verdini: la Lega è leale "Sarà ancora il Pdl guidato dal presidente Berlusconi ad avere la regia e a dare impulso alla stagione delle riforme affiancato da un solido e leale alleato quale la Lega, ma sempre in contatto con la stragrande maggioranza degli elettori che in tutti i turni elettorali compreso l’ultimo premiano il Pdl, a differenza di analisti e professori, distanti dal consenso popolare e distratti da mere analisi". Denis Verdini, coordinatore nazionale del Pdl, replica così all’editoriale pubblicato sul magazine web di FareFuturo, la fondazione presieduta da Gianfranco Fini: "Chi sostiene di sentire il silenzio del Pdl o è sordo o fa finta di niente. La stessa cosa si potrebbe dire di chi non vede: o è cieco oppure finge di non vedere a sostegno delle proprie tesi". Il Popolo della Libertà, afferma Verdini, "è lo stesso della grande manifestazione di San Giovanni e quello che appena una settimana fa ha conseguito una sonante vittoria alle Regionali, triplicando le regioni che governava e governando oggi l’impressionante cifra di 40 milioni di italiani (pari al 70% della popolazione). Vittoria conseguita con l’alleanza della Lega ma anche senza, come nel Lazio, in Campania e in Calabria; vittoria ribadita al primo turno nelle quattro provincie che andavano al voto, di cui tre strappate alla sinistra (Viterbo, L’Aquila, Caserta) e la conferma di Imperia.

Anche qui il Pdl dimostra la sua vitalità e non certo silenzio".

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