Vescovi spagnoli all’attacco: «Deputati pro-aborto in peccato mortale»

La Conferenza episcopale spagnola muove all’attacco contro la controversa legge sull’aborto in discussione in questi giorni al Parlamento spagnolo. Il segretario della conferenza monsignor Juan Antonio Martinez Camino ha ribadito ieri che i deputati spagnoli che voteranno il progetto di depenalizzazione proposto dal governo del premier socialista Josè Luis Zapatero si metteranno «in situazione oggettiva di peccato» e non potranno ricevere la comunione. Due settimane fa Camino aveva già indicato che chi voterà la legge sull’aborto si troverà in situazione «di peccato mortale pubblico». Non si è fatta attendere la replica del governo: la vicepremier socialista Maria Teresa de la Vega ha affermato che «i poteri pubblici agiscono in indipendenza dalle fedi religiose» e che «il concetto di peccato si situa nell’ambito della fede e non trova posto nell’ordinamento giuridico».
Il disegno di legge di riforma dell’aborto all’esame del Parlamento di Madrid prevede fra l’altro che ogni donna abbia una libera scelta, se abortire o meno, fino alla 14ma settimana mentre attualmente bisogna dimostrare che la gravidanza porterebbe ad un danno per la salute fisica o psicologica della donna. La facoltà di abortire è estesa alle minorenni di 16 e 17 anni senza consultazione né informazione dei genitori, una disposizione fortemente criticata anche all’interno del Partito socialista.


Il Parlamento ha dato giovedì un primo via libera al provvedimento con 183 voti sì contro 162, bocciando gli emendamenti presentati dall’opposizione. Il governo è apparso però disponibile a modificare la legge nei suoi punti più controversi. Vogliamo cercare «il consenso più ampio possibile», ha assicurato il ministro per le Pari opportunità, Bibiana Aido.

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