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Milano, storia delle case di ringhiera

Le case di ringhiera di Milano, ancora oggi, conservano il loro fascino antico sinonimo di semplicità e di convivialità. Scopriamone la storia e dove è ancora possibile ammirarle

Milano, storia delle case di ringhiera

Milano vanta una lunga storia d'amore con le sue case di ringhiera, un tempo disseminate nei quartieri più popolari della città. Emblema di una realtà urbana del passato, nate per accogliere le famiglie degli operai emigrati dal sud e il ceto popolare. Ancora oggi Milano può contare su un numero sostanzioso di edifici di questo genere, dove la struttura esterna è rimasta invariata nonostante i restauri e i miglioramenti a protezione di interni più moderni e funzionali. Ecco di cosa di tratta e dove è possibile ammirarle.

Milano e le case di ringhiera, un po' di storia

Case a ringhiera Navigli Milano

Le case di ringhiera rappresentano un punto di contatto con il passato e la realtà urbana del secolo scorso, una espressione dell'edilizia popolare di un tempo ma anche della storia di Milano. Nate intorno alla fine dell'800 hanno conosciuto un incremento della loro presenza nel 1900, quale forma di edilizia prevalentemente popolare. La struttura è abbastanza simile per tutte, ovvero palazzi dai tre ai sei piani con cortile interno ma caratterizzati da un ballatoio per piano. Questi erano solo sulla facciata interna del palazzo, seguivano tutta la superficie dello stesso ed erano necessariamente percorribili da tutti così da raggiungere il rispettivo alloggio. Le case di ringhiera sono legate all'urbanizzazione di Milano ma riscontrabili anche in altre realtà quali Torino, Napoli, Firenze e Palermo.

La loro presenza è aumentata con la crescita del settore industriale, con il boom economico e la relativa richiesta di manodopera, spinta propulsiva per l'emigrazione dal sud Italia verso le aree settentrionali. Le case di ringhiera erano la risposta alla carenza effettiva di alloggi presente in città, per poi trasformarsi in dimore per gli operai e per le classi più popolari. Un modello abitativo che, negli anni, ha superato svariati interventi di urbanistica cittadina, sopravvivendo in buona parte ancora oggi e divenendo testimonianza nostalgica del passato. A Milano se ne contano circa 70mila, dislocate tra la zona di Brera, i Navigli e la periferia, in alcuni casi subendo ammodernamenti interni di puro design, in altri conservando il look di un tempo.

Case di ringhiera, struttura e dinamiche sociali

Case a ringhiera Navigli Milano

Le case di ringhiera possiedono una struttura facilmente individuabile: sono composte da tre massimo sei piani, con balconi che si affacciano sulla parte interna del palazzo, come accennato. Al piano terra è presente un cortile perimetrale comune, solitamente con una pavimentazione di ciottoli o lastroni. L'aspetto è essenziale, minimal, ma la peculiarità è rappresentata da una lunga e unica balconata per ogni piano, con una ringhiera continua e un unico accesso dal ballatoio utile per raggiungere gli appartamenti. Ed è proprio questo singolare e semplice parapetto a dare il nome a queste case dalla linea semplice, quasi sempre colorate di giallo o rosso.

Una struttura, un tempo, composta da appartamenti modesti e dalla metratura ridotta intorno a 50 mq. Costituiti da un soggiorno con angolo cottura, una camera da letto con finestre che affacciavano sia sulla corte che sulla strada esterna. I servizi spesso erano assenti, se non con un bagno comune su ogni ballatoio o all'interno della corte. Mancavano l'acqua corrente e il riscaldamento e le abluzioni erano affidate a un catino dove veniva versata l'acqua recuperata dalla fontana interna alla corte. Il calore invece era legato alla presenza della cucina economica. Uno stile semplice, spartano ma anche molto conviviale agevolato dalla presenza dei balconi comuni dove la gente stendeva, leggeva o semplicemente interagiva.

Una comunicazione che proseguiva anche nel cortile interno, nella zona dei lavatoi o sul ciottolato, tra i giochi e le risate dei bambini. Una vitalità accentuata dalla tante piccole botteghe e attività commerciali situate in zona. Molti di questi palazzi sono giunti fino ai giorni nostri, grazie a una serie di interventi di ristrutturazione, più o meno incisivi come ad esempio quelli in zona Brera, San Gottardo, nell'area Navigli e l'Arco della Pace. In particolare quelli collocati nelle zone centrali hanno visto anche un restyling degli interni, più ampi grazie alla fusione di più appartamenti con tutte le comodità e il design attuale e con vere cascate di fiori e verde da ogni ringhiera.

Mentre quelli collocati in periferia conservano un look meno attuale, con pochi interventi di ristrutturazione, dove purtroppo si assiste a un degrado strutturale reale.

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