Il viaggio comico di Brignano tra i vizi e le virtù della capitale

Capace di rapire l'attenzione del pubblico non solo con lo sguardo penetrante e intriso di ironia, autentico mattatore e protagonista di show esilaranti di sole parole e tanti applausi, l'ammaliante Enrico Brignano torna sulla scena del Teatro Nuovo da oggi fino al 17 gennaio, guidato dalla sua verve e dal suo fascino di simpatico chiacchierone con Sono romano ma non è colpa mia. Un lavoro tanto atteso dal pubblico del Nuovo che, dopo aver goduto del tipico umorismo romano con Le parole che non vi ho detto, facendo registrare il sold out», ora può stare ad ascoltare il veloce fluire dei mille pensieri del comico romano. Scritto dallo stesso protagonista in collaborazione con Mario Scaletta, con l'aiuto di Augusto Fornari, il brillante copione segue rispettosamente i binari di una comicità sana e priva di volgarità, facente appello al solo desiderio di divertirsi. Perché Brignano, ormai un big tra gli artisti comici, fa proprio ridere: con il suo stile da finto ingenuo, sempre sorpreso delle cose che dice, stupendosi di certe abitudini e di taluni costumi di noi italiani, l'artista che tutti hanno potuto conoscere grazie alle sua partecipazione a Zelig, attraverso la sua satira, una volta tanto non politica ma di costume, non può far altro che suscitare risate e reazioni a catena. Sembrano interminabili i colloqui dell'allievo di Gigi Proietti che, anche con questo show, punta a soddisfare una chiara esigenza del pubblico, ovvero la necessità di trascorrere un paio di ore di sana spensieratezza. Con Sono romano ma non è colpa mia, Enrico Brignano, naturalmente «romano de’ Roma», coinvolge la platea nel suo vortice di pensieri, sentimenti, emozioni che prendono il via da un viaggio, attraverso la memoria, che lo porterà fino alle origini, all'epoca di Romolo, primo re di Roma. Accompagnato dalla raffinata esecuzione musicale dal vivo dell'orchestra diretta dal maestro Federico Capranica, Brignano, attraverso i cimeli del passato, le rovine di un mondo che non c'è più e gli avanzi dell'attualità, pensa, riflette, analizza il presente in funzione della storia anche quella più remota; redige bilanci, studia vizi, ma anche virtù dell'uomo del Nuovo Millennio, troppo spesso angosciato da manie, fobie surreali e nevrosi.

Se il panorama potrebbe apparire cupo, non c'è dubbio che Brignano interviene edulcorando una realtà che nonostante tutto lascia spiragli di speranza; soprattutto se sostenuto da una fragorosa risata che, come un sorso d'acqua fresca, aiuta nel processo di deglutizione di certi bocconi amari.

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