Non cè come i libri per ricompattare fedi e politiche differenti. Lesempio più famoso è lAldus Club: celebre, famigerata ed esclusivissima associazione milanese di bibliofili che raccoglie scrittori, critici, giornalisti e - appunto - politici di diversi se non opposti schieramenti (da Giulio Andreotti a Gianni Cervetti, da Oliviero Diliberto a Marcello DellUtri per fare qualche nome) accomunati però dallamore-passione per il libro, terreno comune sul quale convergono sensibilità in altri campi solitamente battagliere.
Unoccasione per ritrovarsi tutti dalla stessa parte è offerta dal tradizionale appuntamento pubblico dei soci dellAldus, ovvero la presentazione, domani (alle 18, alla Biblioteca Trivulziana al Castello Sforzesco, presenti anche Vittorio Sgarbi in qualità di assessore alla Cultura e Claudio Salsi, reggente della Biblioteca), dellAlmanacco del Bibliofilo, la pubblicazione annuale dellAldus Club, il cenacolo internazionale di bibliofili inventato ormai 18 anni fa da Mario Scognamiglio, napoletano di origine trapiantato a Milano, ex giornalista, editore e librario (sua è la libreria di via Rovello) e presieduto sin dalla fondazione dal più inguaribile di tutti gli inguaribili bibliomani: Uberto Eco. Sarà proprio il Professore per antonomasia a presentare venerdì il nuovo numero dellAlmanacco: alla Trivulziana leggerà il suo racconto, intitolato «Paese che vai usanze che trovi», che apre lAlmanacco, questanno dedicato ai Viaggi nel tempo, un lungo vagabondare letterario «Alla ricerca di nuove isole dellutopia», come recita il sottotitolo del volume, stampato come al solito dalle Edizioni Rovello. Utopia, quindi «non-luoghi», un tema che da sempre costituisce la base dellazione culturale svolta dallAlmanacco del Bibliofilo così come dallaltra rivista diretta da Mario Scognamiglio, LEsopo.
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