Le vie dove il disagio è di casa

Non è ancora chiaro perché ogni giorno si parli di traffico, di inquinamento, di autostrade e quant'altro, come se l'auto fosse l'elemento fondamentale del nostro vivere, e tutto in nome di una città che ha ambizioni per lo meno europee. Al contrario non si affrontino e si risolvano problemi importanti come quello di non abbienti che vivono in condizioni di grande disagio. E non si tratta di poche persone che abitano in un piccolo quartiere o in una determinata zona,ma piuttosto di centinaia di persone che hanno casa per lo meno in otto quartieri. Siamo andati ad indagare e abbiamo verificato che le proteste degli abitanti, anche se non eclatanti, nascondono verità imbarazzanti per i loro alloggi. Essi sono effettivamente in condizioni di un degrado impossibile: riscaldamenti spenti o che vanno a intermittenza, ascensori fuori uso e non certo per poche ore o pochi giorni, infiltrazioni d'acqua, sporcizia, intonaci malconci, impianti elettrici estremamente pericolosi. E il dubbio che i cinquantamila alloggi popolari, presenti sul territorio milanese, non possano andare avanti con gli interventi di manutenzione straordinaria di sei milioni e mezzo di euro stanziati negli ultimi tre anni, ad una verifica si scioglie come neve al sole. Esistono addirittura casi limite come quello delle case di via Russoli, costruite alla fine degli anni Settanta e destinate già in partenza a disabili ed anziani. Assicurare loro il funzionamento certo e continuo degli ascensori è cosa da non commentare. Certamente queste situazioni di disagio non sono soltanto un fatto di questa città, ma vere macchie di leopardo sul territorio nazionale.

Ma se noi milanesi ci consideriamo «i piloti» in quasi tutti i campi, non sarebbe male fossimo i primi a dare risposte serie e concrete a situazioni che sono poi causa di disfunzioni sociali non indifferenti: aggressività, depressione, solitudine, disgregazione della famiglia sono solo alcuni dei risultati che affiorano dal vivere in determinate condizioni.

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