Vietate le carrozze trainate dai cavalli

Dallo scorso 18 luglio, e durante l'intera stagione estiva, a Palermo le carrozze trainate dai cavalli non possono circolare in caso di allerta per caldo intenso

Vietate le carrozze trainate dai cavalli

Dallo scorso 18 luglio, e durante l'intera stagione estiva, a Palermo le carrozze trainate dai cavalli non possono circolare in caso di allerta per caldo intenso e, in ogni caso, dalle 12.30 alle 16, e dalle 13 alle 15,30, nei giorni in cui sia rilevata una temperatura oltre i 37 gradi. Lo ha deciso il sindaco Roberto Lagalla, dopo l'incontro con la delegazione dei cocchieri, per cercare almeno di mitigare lo sfruttamento degli animali utilizzati per intrattenere i turisti. Restrizioni sono state introdotte anche per le cosiddette «botticelle» di Roma dove, fino al 15 settembre, sono vietate la circolazione per le vetture pubbliche a trazione animale e ogni attività di trazione o trasporto con cavalli dalle 11 alle 18, nelle giornate più calde caratterizzate dai livelli di rischio 2 e 3. Situazione simile a quella di Pisa dove il sindaco ha firmato un'ordinanza che dall'inizio della bella stagione e fino al 15 settembre vieta la circolazione delle vetture pubbliche a trazione animale dalle 11,30 alle 16,30. Sono i primi segnali di svolta in Italia in attesa di una normativa nazionale che metta ordine anche in questo settore.

Prima della caduta del governo Draghi era arrivata una proposta a firma dell'onorevole Patrizia Prestipino. La Camera dei deputati aveva così approvato un ordine del giorno, collegato alla conversione del decreto-legge su infrastrutture, trasporti e mobilità sostenibile, che impegnava l'esecutivo «a vietare l'utilizzo di animali per la trazione di veicoli e di mezzi di ogni specie adibiti al servizio di piazza e per i servizi pubblici non di linea finalizzati ai trasporti di persone a fini turistici e ludici, nell'intero territorio nazionale e a prevedere sanzioni amministrative e confisca del mezzo e dell'animale in caso di trasporto non autorizzato». Non una legge, insomma, ma solo un atto di impegno al quale il nuovo governo potrà decidere di dare corso o meno. Un atto che però dimostra la maggiore sensibilità nei confronti delle condizioni degli animali sfruttati per fini turistici. Proprio quella del 2022 è stata l'estate nera per i cavalli da tiro in alcune città del nostro Paese.

Il primo luglio sono stati registrati due episodi, avvenuti nel giro di poche ore a Firenze e Matera. In Basilicata un animale è crollato sull'asfalto mentre percorreva la Statale 7, a poche decine di metri da uno degli accessi al centro urbano della città dei Sassi, e non si è più rialzato. L'animale è morto, ucciso dallo sforzo fisico sostenuto in giornate in cui le temperature sfioravano i 40 gradi.

Solo poche ore dopo nel capoluogo toscano un altro cavallo si è accasciato al suolo mentre portava in giro alcuni turisti in via Calzaiuoli, un'immagine che

ha fatto il giro dei social e scatenato una valanga di reazioni da parte di cittadini e anche rappresentanti delle istituzioni. Accendendo un faro sul destino di questi animali, sfruttati e detenuti in condizioni estreme.

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