Vigilessa contro il padre: «Era una furia»

«Teneva in braccio la bambina, stringendola a sè in modo un po’ anomalo. Lei piangeva ed era spaventata. Chiesi il motivo del pianto ma non ebbi risposta. Anzi, alla mia richiesta, lui reagì in modo francamente eccessivo, andando su tutte le furie: mise una mano sulla nuca della bimba e con violenza l’accompagnò a terra facendola sbattere sul marmo del Vittoriano. Poi, la trascinò per i capelli per un breve tratto, facendole picchiare il capo almeno tre volte. La piccola, intanto, aveva perso conoscenza. Cercai di bloccare quell’uomo dalle spalle, mentre un canadese riuscì a strappargli la figlia e a portargliela via. Lui tentò di divincolarsi quando fu ammanettato da un carabiniere». Il tenente Anna Esposito, poliziotto municipale del Gruppo pronto intervento traffico, ha ricostruito così quanto avvenuto la sera del 19 luglio del 2008 nel processo in Tribunale che vede imputato Julien Gerard Monnet, 36 anni, ex tecnico informatico parigino, accusato di tentato omicidio per aver ridotto in coma per alcuni giorni la figlioletta Luna di 4 anni.
La Esposito, teste per conto dell’accusa, ha ribadito di non aver «assolutamente toccato nè preso la bimba». Versione, questa, smentita con forza da Monnet, assistito dall’avvocato Michele Gentiloni, secondo il quale Luna è caduta in terra in modo accidentale nel corso di una colluttazione: il padre, infatti, ha detto che stava tenendo al petto Luna quando una donna, poi da lui riconosciuta come vigilessa, allertata da un cittadino che le aveva segnalato un rapimento di una bimba nella zona di piazza Venezia, si era attaccata alla gamba della piccola per strapparla all’uomo pensando che fosse proprio lei oggetto di sequestro. I giudici hanno anche raccolto la deposizione del medico legale Dino Tancredi, consulente della Procura sulla base degli atti e documenti acquisiti.

«Luna finì in coma per aver riportato un trauma cranico grave - ha detto Tancredi - Fino al 24 luglio la prognosi dei sanitari è stata riservata, poi il 25 la bimba ha lasciato il reparto di terapia intensiva e il 2 agosto l’ospedale. Senza ricovero, la piccola avrebbe potuto morire».

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