Questa volta i vigili non ci stanno. Non sono disposti ad accettare di collaborare con il Comune senza fare domande. Al centro della polemica un progetto di rilevazione del particolato fine e dei rumori in città commissionato allAgenzia milanese mobilità e ambiente in collaborazione con luniversità Bicocca.
Laccordo prevede che quattro coppie di ghisa girino per le strade di Milano per controllare laria. Uno in borghese, indossando uno zainetto contenente la strumentazione per la rilevazione, laltro in divisa, con il compito di scortarlo. «Ancora una volta dimostreremo la nostra disponibilità a fare le cavie - afferma Roberto Miglio, ghisa delegato Csa-Rsu - ma ci viene un dubbio: che senso ha fare questi controlli destate? Perché non farli ad ottobre?».
Il dubbio dei ghisa è legittimo, sembra scontato che tra luglio e agosto, quando la città si svuota, laria diventi più respirabile rispetto ai picchi invernali. «Non vorremmo - aggiunge Miglio - che ancora una volta si facciano delle analisi per dire che i vigili milanesi respirano laria della Valtellina e i silenzi delle notti dOriente».
Controlli del genere, infatti, sono già stati fatti. Lultimo nel maggio scorso quando ai ghisa era stato chiesto di indossare rilevatori di pm 10 sul lavoro. «La nostra intenzione - aveva detto allora lassessore comunale ai Trasporti Edoardo Croci - è quello di individuare i rischi sulla loro salute derivanti dallinquinamento». Dati che ai vigili milanesi però, non sono mai stati comunicati. «Non ci hanno più fatto sapere nulla - lamenta Miglio - nonostante alcuni di noi si siano impegnati a portare una sorta di ampollina sempre con sè, sia a casa che al lavoro».
Per ora, le domande dei ghisa al Comune non hanno ancora trovato risposte. Da Palazzo Marino, infatti, preferiscono aspettare: «Stiamo preparando una presentazione ufficiale di tutti i progetti sullambiente. In quelloccasione risponderemo a tutte le domande».