Lui, una finale del Mondiale, lha giocata e vinta nel 1982. Segnando anche un gol. Alessandro Altobelli, ex bomber dellInter, oggi fa lopinionista nelle tv locali di Milano. E proprio in uno studio televisivo seguirà domani sera Italia-Francia. Novanta minuti che valgono un Campionato del mondo.
Cosa significa giocare una finale del Mondiale?
«Significa essere fortunati! È il sogno di tutti. Però è anche uno stress enorme».
Più forte lItalia dell82 o quella di Lippi?
«È un paragone difficile. Allora avevamo un gioco finalizzato soprattutto dagli attaccanti. Quella di oggi ha tanti uomini in grado di farsi pericolosi in zona gol. Lunica analogia sta negli allenatori. Lippi e Bearzot hanno saputo tenere unito il gruppo allo stesso modo».
Unaltra analogia sta forse negli scandali. Calcio scommesse allora, Calciopoli adesso...
«Sì, anche se la vicenda del calcio scommesse era di due anni prima e la soffrimmo più allEuropeo che al Mondiale di Spagna. Comunque i momenti difficili ti fanno esprimere al meglio. E creano solidarietà fra i 22 convocati. Certo, mi auguro che non sia sempre necessario uno scandalo per farci arrivare in finale».
Nell86 fu proprio la Francia a estrometterla dal torneo. Sembra che i «bleu» siano la nostra bestia nera...
«In Messico ci sconfissero meritatamente. Noi eravamo alla fine di un ciclo, quello di Bearzot, mentre loro avevano un certo signor Platini in cabina di regia».
Dopo quella volta, perdemmo coi transalpini ai quarti del Mondiale nel 1998 e in finale a Euro 2000...
«Negli ultimi ventanni ci hanno castigato spesso. Le statistiche, però, sono fatte per essere smentite. Soprattutto nel calcio».
Quindi vinciamo noi?
«Sì, 1-0, gol di Totti. E badate che ho già azzeccato il pronostico della semifinale con la Germania...».
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