Un quesito che ci pongono non pochi lettori è quello se esista ancora nelle case più comuni una stanza dei ragazzi, o meglio ancora se ha ancora un senso acquistare un arredamento fatto apposta per i nostri figli. Vi ricordate come una volta questi arredi erano tutti giocati sul colore dell'arancio, rigorosamente in legno, per poi essere a poco a poco contaminati dalle plastiche, fatto non del tutto negativo perché architetti come Zanuso o Magistretti creano dei veri piccoli capolavori di seggioline e ripiani con queste materie. Nella realtà di oggi credo sia tutto un discorso più complicato, sia perché è mutata la conformazione della casa e la distribuzione dei suoi spazi, sia perché i costi degli arredi, se trascuriamo i mercatini, non sono indifferenti, sia perché il bambino cresce in ben diversa simbiosi da quella di un tempo con i propri genitori. Tutto ciò ecco che muta il gioco dei rapporti, delle scelte, degli investimenti.
Personalmente credo che il bambino oggi non abbia più bisogno di un arredo che possiamo definire speciale, tranne che per certi elementi necessari dal punto di vista fisiologico: il lettino, un tavolino, una sedia. Per il resto credo sia molto più importante l'organizzazione dello spazio e della sua distribuzione. È bene che soprattutto il Sud abbandoni il concetto di camera matrimoniale grande, pomposa e rappresentativa lasciando alla popolazione infantile superfici più vaste e meglio godibili per esseri che hanno bisogno di movimento, di ritrovarsi con amici, di essere anche sorvegliati. Cè poi un particolare non indifferente nella popolazione infantile di oggi, che è quella di essere a stretto contatto con la tecnologia: televisore, Cd, giochi elettronici, cartoni animati, serial sono al primo posto negli intervalli di studio, di solitudine. Ed allora ha ancora senso parlare di arredo, di poltroncine, di scaffali con tante ante o basta un bel cuscino a terra.
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