All’inizio soltanto indiscrezioni, trattative segrete o addirittura smentite. Ora qualcosa di più. Perché l’uomo nuovo che potrebbe cambiare il destino di palazzo Marino ha il profilo di Vito Gamberale, il manager pubblico in quota socialista durante la Prima Repubblica che oggi è l’anima di F2i. I Fondi Italiani per le Infrastrutture che si occupano essenzialmente di investimenti di lungo periodo nel settore appunto delle infrastrutture. E che sembrano puntare decisi a due gioielli della cassaforte del Comune, la Milano-Serravalle che gestisce l’autostrada verso Genova e le tangenziali milanesi e la Sea, la società aeroportuale degli scali di Linate e Malpensa. Finite entrambe in un piano finanziario già varato dall’amministrazione Moratti con il via libera del consiglio comunale e al quale la gestione Pisapia con l’assessore al Bilancio Bruno Tabacci sta rimettendo mano. In vendita c’è il pacchetto azionario del 18,6 di Serravalle, mentre per la Sea, di cui il Comune detiene l’84,6 delle azioni, è gia stata decisa la quotazione in Borsa. Appuntamento che sembra destinato ad essere rinviato di almeno un anno. E questo proprio per l’interessamento di Gamberale che sembra voglia concludere un doppio affare, autostrade più aeroporti. Abboccamenti che hanno provocato la reazione del capogruppo del Pdl Carlo Masseroli che ha ricordato a Tabacci come non fosse «quello il mandato del consiglio comunale alla giunta». Così l’appuntamento di Sea con Piazza Affari non solo slitterà, ma potrebbe essere rivisto.
Con la quota collocata che potrebbe scendere dal 35 al 25 per cento proprio per rispettare lo spirito dell’operazione, mantenendo la partecipazione del Comune al 51 per cento. Un problema semmai l’extradividendo di 160 milioni di euro promesso da Sea a Palazzo Marino in cambio della quotazione.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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