«Vittima delle bestie di Satana» E si impicca come fece suo figlio

«Vittima delle bestie di Satana» E si impicca come fece suo figlio

Passano gli anni ma il coperchio sui malefici effluvi di quei ragazzotti di provincia allucinati da musica e droga non si è chiuso. Le Bestie di Satana, catturate, imprigionate, condannate uccidono ancora. Pur stando in cella. Come se la maledizione continuasse, come se un virus mortale non smettesse di diffondersi.
Flaviana Cassetta era mamma di una ragazzo ventiseienne trovato impiccato in un bosco della Valle del Boia, parco del Ticino, la mattina del 27 dicembre 2000. Appeso a un albero, un filo elettrico a fargli da cappio. Lui si chiamava Doriano Molla. Banale suicidio per l’inchiesta. Mentre lei, disperata, lottava chiedendo di trovare una verità diversa. Lo fece per anni: «Impossibile, dodici ragazzi che amavano il rock e adesso sei di loro non ci sono più. Sei morti in 4 anni. È tutto così sospetto. A chi non verrebbe il dubbio?». Era convinta che suo figlio fosse una delle vittime della banda del pentacolo.
L’altra sera, ossessionata dai demoni che la tormentavano da quando Doriano smise di esistere, si è tolta la vita. Nella sua abitazione a Cassano Magnago, in via Roma. E lo ha la fatto seguendo lo stesso percorso del suo ragazzo: si è incravattata con una corda lasciandosi cadere da una finestra. Senza addii, senza messaggi. Un modo di dire addio a una vita sopraffatta che forse parla più di una lettera.
Quello di Doriano Molla, quasi dodici anni dopo, resta un giallo. Parziali ammissioni, indagini chiuse e riaperte, risultati poco convincenti. Nemmeno l’interrogatorio di Mario Maccione, il «medium» killer del gruppo luciferino fu in grado di dare una svolta all’inchiesta. In un libro confessione, così come davanti ai giudici, lui parlò di almeno 18 vittime mietute dalla banda. Amici-nemici, «chiunque poteva essere ucciso», raccontava. «Bisognava ammazzare depistando, facendo sì che quelle morti sembrassero incidenti, suicidi...». Davanti agli investigatori il medium «che si gonfiava come una palla», oggi 31 anni, ammise di aver sentito altri componenti del gruppo - ovvero Volpe e Sapone, il «pentito» condannato a vent’anni e l’«irriducibile» con due ergastoli sulle spalle - accusarsi a vicenda della morte di Doriano. Parole senza riscontri, confuse nei ricordi obnubilati dall’alcol e mescalina dei tempi delle mattanze, che non convinsero i giudici. Il pubblico ministero chiese l’archiviazione del fascicolo ma il gip, nel gennaio del 2010, chiese un nuovo supplemento di indagine per ascoltare tutti gli altri protagonisti della vicenda. Da Andrea Volpe, Nicola Sapone, Eros Monterosso, e Paolo Leoni fino a Elisabetta Ballarin, la bella della banda finita in carcere per l’ultimo delitto. Era il 24 gennaio 2004, quando Mariangela Pezzotta, ex fidanzata di Volpe fu massacrata in un villino di Golasecca (Varese) perché rea di «saper troppo».
L’ultimo botto delle bestie. Da lì partì l’indagine destinata a portare in galera una decina di adepti.
Ma nell’ottobre scorso il fascicolo sulla fine di Bolla, venne definitivamente archiviato. Ripeteva Flaviana, su giornali e tv: «Non è giusto che la morte di Doriano resti impunita e passi sotto silenzio. Chi ha commesso questo omicidio deve scontare una pena. So bene che nulla mi restituirà mai mio figlio, ma pretendo che alla sua memoria sia resa giustizia». Non l’ha trovata.
Doriano, per la cronaca, sembra fosse entrato in contatto con un ragazzo che si chiamava Andrea Bontade.

Uno della diabolica «band». Non aveva però il coraggio degli altri, lui era fuggito di fronte a un omicidio dei compagni. Nel 1998 si schiantò in auto contro un muro a 200 l’ora. Incidente? No, altro suicidio indotto dagli «amici».

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica