«È viva l’italiana rapita in Algeria In mano ad Al Qaida»

La cooperante italiana Rossella Urru, rapita lo scorso 23 ottobre assieme a due cooperanti spagnoli, è viva e in mano ad Al Qaida. Anche gli altri due ostaggi sequestrati nel campo profughi sahawari in Algeria starebbero bene. Lo riferisce a France presse un mediatore.
I tre si troverebbero nel Maghreb islamico, prigionieri degli ex Salafiti per la preghiera e il combattimento algerini, ora Aqmi (cioè, appunto, Al Qaida nel Maghreb islamico). Rossella Urru, rappresentante del Comitato italiano sviluppo dei popoli (Cisp), 27 anni di Samugheo, in provincia di Oristano, è stata presa con due volontari spagnoli. Si tratta di Ainhoa Fernandez de Rincon, membro dell’Associazione amici del popolo Saharawi dell’Extremadura, e Enric Gonyalons, membro dell’organizzazione spagnola Mundobat.
«I tre ostaggi europei sono vivi. È uno dei rapitori, membro dell’Aqmi, che ci ha comunicato questa informazione - ha detto il mediatore che si trova in un paese dell’Africa occidentale -. Aqmi ha detto che faranno conoscere più avanti le loro rivendicazioni. Per il momento, gli ostaggi stanno bene».

Secondo la stessa fonte, «i combattenti dell’Aqmi che sono entrati nel campo profughi di Polisario per partecipare al sequestro non erano armati» e «avevano complici sul posto, membri e simpatizzanti che hanno fornito le armi e indicato dove si trovavano gli ostaggi».

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