Roma

«Viva il self-control ma con grinta» Firmato Luca Dirisio

«Calma e sangue freddo è un invito rivolto a me stesso, un’autodedica»

«Viva il self-control ma con grinta» Firmato Luca Dirisio

Lidia Scognamiglio

Il suo tormentone estivo «Calma e sangue freddo» ha firmato la scorsa stagione estiva: oltre ventimila copie vendute, dieci mila download di suonerie per cellulari, brano più cantato dopo l’inossidabile Vasco Rossi con la sua «Come stai». Questi sono solo alcuni dei traguardi raggiunti da Luca Dirisio, il ventiseienne abbruzzese questa sera in concerto al «Faber beach» del Lungomare Toscanelli a Ostia.
Dopo tutto questo successo ha ancora «calma e sangue freddo»?
«Non ho mai avuto calma e sangue freddo».
A chi si rivolge allora la sua canzone?
«È un’autodedica, un po’ il ritornello della mia vita. Una sorta di invito a me stesso. Riesco a essere calmo solo quando canto. La mia anima non è quieta ma piuttosto impulsiva, lunatica, grintosa».
In molti dei suoi brani grida con forza questa sua rabbia. Da dove nasce?
«Nasce dall’invidia e dalla stoltezza delle persone che ti sono accanto. Tutti. Dal gestore dei locali, all’amico o al vicino di casa. Non hanno rispetto di te. Prima ti sorridono e poi parlano male alle tue spalle».
Nella scorsa edizione di Sanremo, ha accompagnato in duetto Paolo Meneguzzi. Come è stato salire sul palco dell’Ariston?
«È stato bello cantare con Pablo. L’Ariston è un palco come un altro».
Aveva affermato «la musica è di tutti, non è un modo per competere» evidenziando questo suo scarso entusiasmo per Sanremo. Pensa, quindi, di non partecipare alla prossima edizione?
«Non ho mai detto di no a Sanremo. Semplicemente tra i tanti festival non è quello che preferisco. La musica per me non è una gara. È qualcosa di spontaneo, che nasce da dentro. Non si può razionalizzare a tutti i costi. Se, tuttavia, la mia casa discografica lo riterrà opportuno, parteciperò senza problemi».
Si professa amante della semplicità, negando il mito del successo inteso come feste vip, autografi e denaro.
«Il successo, per me, sono i buoni risultati sul lavoro. Non capisco proprio il termine vip. A mio parere al mondo ce ne sono pochi. Il Papa è un vip, sicuramente non i calciatori o le veline. Firmare duemila autografi in un centro commerciale per vendere la tua pelliccia non è successo. Fortunatamente, inoltre, vengo da una famiglia medio-borghese. Non ho mai avuto per questo problemi di soldi».
Sta già pensando a un nuovo album?
«I pezzi sono già quasi tutti pronti. A gennaio inizieremo a registrare. L’uscita sarà a giugno».
Inizio concerto ore 22.30.

Ingresso gratuito (Info: 065613849).

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