Ancora una volta il terreno di scontro per la confusa politica italiana è il sistema elettorale. E ancora una volta si ripetono bugie. I sostenitori del maggioritario hanno, nel tempo, detto e ripetuto che i vantaggi di questo sistema erano, nellordine: a) la garanzia della democrazia dellalternanza; b) la semplificazione politica; c) lavvicinamento delleletto al cittadino; d) la certezza della governabilità. Partiamo dal primo. La democrazia dellalternanza non è esclusiva del sistema maggioritario. Prova ne siano i governi di Spagna e di Germania ma anche del Belgio, dellAustria e di tanti altri Paesi europei con sistemi proporzionali. Lo stesso sistema presidenziale francese ha visto alternarsi alla guida del Paese gollisti e socialisti. Nella Prima Repubblica se questa alternanza non cera la responsabilità non era del sistema elettorale ma della proposta politica del vecchio Pci.
Secondo. La semplificazione della politica. Con il sistema proporzionale nei Paesi europei ci sono quattro o cinque partiti. In Italia fino al 92 erano otto. Oggi sono venti. Il motivo è tutto legato al sistema maggioritario nel quale si vince o si perde per un pugno di voti e quindi ognuno è indispensabile. E chi è indispensabile si fa pagare con moneta sonante. Per il mio consenso devi darmi tot collegi o posti sicuri, più alcuni collegi o posti dallesito incerto e infine alcuni altri per bandiera. Ecco il meccanismo che prolifera i partiti. Terzo. Lavvicinamento delleletto al cittadino. È dal 94 che lelettore non sceglie più i parlamentari. Non solo con questultima legge, ma anche con quella precedente imperniata sui collegi uninominali. In quel caso, infatti, lelettore trovava stampigliato sulla scheda il nome del candidato scelto dai partiti. O lo votavi o ciccia.
Nei sistemi proporzionali il cittadino va in cabina elettorale, sceglie sia il partito che il candidato con il voto di preferenza. Se si vuole eleggere direttamente il capo del governo si scelga, allora, il sistema presidenziale come per le Regioni e per i Comuni nelle quali convivono proporzionalismo e presidenzialismo. Quarto. La certezza della governabilità. Negli ultimi dodici anni nessun governo ha mai superato il 50 per cento. Addirittura con le ultime elezioni è stata lattuale opposizione ad avere superato il 50 per cento al Senato, mentre la maggioranza di governo si è fermata al 49 per cento. Tanto per essere chiari, la governabilità di un Paese ha bisogno di due condizioni entrambe essenziali, una maggioranza in Parlamento e una maggioranza nel Paese. Entrambe sono garantite dai sistemi proporzionali mentre i maggioritari producono solo governi di minoranza.
Insomma, con il sistema proporzionale, il voto di preferenza e la soglia di sbarramento in Italia i partiti si ridurrebbero a cinque o sei come accade in tutti i Paesi europei. I partiti piccoli sostengono questa tesi, alcuni tra i partiti grandi la contrastano. Come mai? Lo diciamo volutamente in maniera forte. Cè un asse del male sul terreno democratico che sta divorando il Paese e che associa tutti coloro che dalla destra alla sinistra sul piano politico, su quello parlamentare e su quello dellinformazione per trentanni hanno tentato di spiegare agli italiani che il mondo andava da unaltra parte. Furono battuti dalla storia, ma ancora non si arrendono. Oggi continuano a indicare una strada sbagliata scegliendo con il sistema maggioritario o governi a vocazione elitaria o di stampo peronista contro quel primato della politica giustamente invocato da Giorgio Napolitano.
In tutti i Paesi europei il primo ministro è il capo del partito che vince le elezioni e che trova in Parlamento le alleanze necessarie per governare. E in tutta Europa ci sono governi stabili e società nazionali coese.
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