Selvaggio, pazzo, glorioso, entusiasmante, elettrizzante. Non siamo noi a dirlo, ma la critica che lanno scorso, al Festival di Edimburgo, gli ha assegnato il premio Herald Angels. È lo spettacolo «Faust» della compagnia polacca Nowy Theatre che questa sera debutterà, per la prima volta in Italia, al Teatro della Tosse, dove sarà in scena fino a sabato.
Certo, buona parte del merito di tanto successo o di aggettivi così lusinghieri va ascritto allimmortale opera di Goethe, ma, nonostante gli attori recitino in polacco, niente riesce a turbare la potenza visiva di questa messa in scena magica, grottesca, irriverente, sbalorditiva con i suoi quindici attori e i ventisei cambi di scena.
Ambientato in un mondo senza dio, dopo la crocifissione e prima della risurrezione, il regista Janusz Wisnieswski racconta il mondo mitteleuropeo infestato dalla propria avidità e turpitudine, in una sorta di requiem per lEuropa del ventesimo secolo dominato da un diavolo che appare sotto facce e aspetti via via diversi. Racconta la graduale discesa di Faust, un bravissimo Marius Puchalski, che alla prima comparsa sulla scena appare enorme, obeso, quasi un omino Michelin con la faccia bianca da clown, pronto a vendersi lanima pur di ottenere un po di gioventù, di bellezza, di amore, negli artigli di Mefistofele, serpeggiante, sibilante, davvero demoniaco. Intorno a loro una corte infinita di personaggi, in un delirio, una sarabanda fra luci, balli, musiche, lingue di fuoco..
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