Il presidente Napolitano ieri ha detto molto, ma non tutto. Ha raccontato come è andata, dal suo punto di vista, con il governo Monti. In sintesi: una scelta inevitabile che non ha provocato alcuna sospensione della democrazia. Il capo dello Stato ha ricostruito le ultime drammatiche settimane: la crisi, lo spread, le pressioni internazionali, gli inciampi della maggioranza. Tutto vero, per carità. Ma non è detto che una somma di verità porti a disegnare un quadro vero. Il governo Monti, e questo Napolitano non lo ha detto,non nasce all’improvviso sull’onda di una emergenza.
È invece il punto di approdo di chi, per oltre tre anni, ha lavorato, giorno dopo giorno, per fare cadere Berlusconi e ribaltare il risultato elettorale senza passare per le urne. Lo stesso Monti, falliti tentativi per via politica (la scissione di Fini) e quelli giudiziari-mediatici, era stato allertato da tempo, e con lui i pezzi da novanta dell’attuale esecutivo.Non prendiamoci in giro. Non si lasciano banche, rettorati e relativi compensi dalla mattina alla sera per spirito di servizio. Per cui è vero che la democrazia non è stata sospesa, ma è certo che la democrazia è stata raggirata, presa in giro e beffata. Nella forma tutto è a posto, nella sostanza si è trattato di un piano diabolico orchestrato proprio dal Quirinale e andato in porto sulla debolezza generale del quadro politico.
Napolitano ha realizzato il suo sogno di ex comunista: liberarsi di Berlusconi, e ha trovato nella crisi un alleato più affidabile della sinistra.Al momento c’è riuscito, anche se con scarsi risultati. La Spagna ha preferito andare alle urne.
Il nuovo governo ha presentato una manovra con molti tagli alla spesa e meno tasse. Da ieri, il suo spread, a differenza del nostro, è tornato a livello pre-crisi. Vuoi vedere che gli elettori ne sanno più dei banchieri?- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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