
Si torna a discutere in consiglio comunale sulla sospensione del gemellaggio tra Milano e Tel Aviv. C'è un ordine del giorno, presentato da Europa Verde e sostenuto da gran parte della maggioranza, che lo chiede. Lunedì scorso, il numero legale era caduto su un altro punto del testo. Nel frattempo, però, è stata raggiunta un'intesa tra Hamas e Israele sulla prima fase del piano di pace presentato da Donald Trump. Una novità che, com'è ovvio, starebbe portando alcuni esponenti del Pd a ripensarci. Intanto il sindaco Beppe Sala, pur lasciando l'ultima parola al consiglio ("voteranno quello che vorranno"), pensa che converrebbe "concentrarsi su altro, capire se il piano di pace funziona".
"Come sempre il Pd ha il giusto timing - commenta ironico Daniele Nahum, consigliere comunale di Azione - Ora che tacciono le armi e si spera che la fase 2 dell'intesa di pace possa proseguire, Milano dovrebbe sospendere il gemellaggio con la città più aperta e pluralista del Medio Oriente dove convivono arabi e israeliani e il Gay pride si fa dal 1979? Personalmente ho proposto una mozione che impegna, invece, la giunta a una iniziativa pubblica tra rappresentanti istituzionali di Tel Aviv e Betlemme, le due città con cui è gemellata Milano, proprio per riavvicinarci. Se dovesse passare la sospensione del gemellaggio, non solo l'amministrazione comunale cittadina si farebbe deridere dal mondo intero, ma verrebbero pregiudicati anche i rapporti con consolati e ambasciate. Mi chiedo se i vertici del Pd se ne rendano conto".
Del medesimo avviso il capogruppo di Fratelli d'Italia in Consiglio comunale, Riccardo Truppo. Che non le manda certo a dire. "Il dibattito sulla sospensione del gemellaggio è un tema che rasenta l'oscurantismo medievale e riguarda un dibattito di bassissimo livello, completamente contro tempo rispetto a quanto sta accadendo - spiega - Un gemellaggio dovrebbe dare il meglio di sé nei momenti di crisi e Milano dovrebbe quindi organizzare attività e confronti con Tel Aviv. Senza contare che sospendere il gemellaggio significherebbe colpire la nazione Israele e tutti i milanesi che appartengono alla comunità ebraica. E non, come credono alcuni, il governo Netanyahu che prima o poi sarà sostituito da un altro. Il Pd si piega a questa posizione solo per la volontà del sindaco Sala di ricompattare la maggioranza, ma dimostra solo che Milano è l'ultimo vagone di un treno, dopo che per tanti anni ne è stata locomotiva".
"Ci sono alcuni consiglieri che dimenticano che Milano ha un appalto da diversi milioni di euro per costruire la metropolitana di Tel Aviv e che quindi la sospensione del gemellaggio porterebbe a un danno economico non indifferente per la nostra città" fa notare il consigliere della Lega Samuele Piscina. E aggiunge: "Adesso che Trump ha trovato un accordo, calcare la mano solo per una presa di posizione politica, mi sembra davvero una assurdità.
Allora tutte le città che hanno gemellaggi con chi è in guerra, dovrebbero eliminare questo legame? A rigor di logica Milano dovrebbe terminare allora anche il gemellaggio con San Pietrurgo. E, a proposito di Trump, aggiungo: visto che a sinistra vogliono conferire l'Ambrogino alla Flotilla, io rilancio la richiesta che venga dato al presidente Usa che tanto si è battuto per questa pace".