An vuol cercare un segretario per Fini

Ieri, in un albergo milanese, Storace ha incontrato i leader di «Destra protagonista»

Fabrizio de Feo

da Roma

Qualcuno già parla di «compromesso storico» alle viste. Certo evocare la strategia politica elaborata da Enrico Berlinguer e applicarla a un partito come Alleanza nazionale suona certamente curioso. Ma per chi conosce le dinamiche interne al partito, le prove tecniche di accordo attualmente in corso tra Maurizio Gasparri e Gianni Alemanno possono in qualche modo essere assimilate a un evento politico straordinario e a una complessa partita come fu quella della «solidarietà nazionale» scattata tra storici nemici negli anni ’70.
Questa volta, ovviamente, non c’è in ballo la governabilità del Paese. Più semplicemente si ragiona sulla prospettiva di una piccola rivoluzione interna al secondo partito del centrodestra. Un accordo che possa disinnescare la crisi di fiducia che dentro An si è aperta dopo lo strappo di Gianfranco Fini sul referendum e possa sfociare nella nomina di una figura forte che lo affianchi e si occupi solo e soltanto del partito. Quel che è certo è che, per dirla con le parole di un esponente della Destra sociale, «il tempo delle deleghe in bianco concesse a Fini è finito per sempre. C’è una grande mobilità interna e sono in corso aperture di dialogo impensabili fino a qualche settimana fa. Paradossalmente il superamento delle correnti sta avvenendo di fatto, attraverso un meccanismo completamente nuovo».
Dall’ufficiosità all’ufficialità il passo è breve. Lo stesso Gianni Alemanno, infatti, ammette che con Gasparri «tentativi di dialogo sono in corso. C’è qualche vecchio patriarca che sta cercando di lavorare sul dialogo. Vediamo che succede». E tanto per chiudere il cerchio, ieri in un albergo di Milano si sono visti riservatamente Francesco Storace, Maurizio Gasparri e Ignazio La Russa «per fare quattro chiacchiere». Un incontro che rappresenta il primo faccia a faccia tra Storace e Gasparri, dopo la nascita del «Berlusconi-bis» e le polemiche che sono state alla base della fuoriuscita dell’ex ministro delle Comunicazioni dal governo.
La «saldatura strategica» tra Destra protagonista, la corrente di Gasparri, e Destra sociale, la componente di Alemanno, in vista dell’assemblea del partito del prossimo 2 luglio, prosegue insomma a ritmo costante. L’obiettivo finale di questa lavorio politico, ormai, non è più un mistero: arrivare alla nomina di un segretario o di un coordinatore del partito. In pratica l’adozione di una sorta di modello Ds, partito dove convivono due personalità forti come Massimo D’Alema e Piero Fassino. «C’è bisogno della figura di un segretario da prevedere all’interno del nuovo Statuto, magari con dei meccanismi di garanzia», spiega il ministro della Salute. «Nessuno ha messo in discussione la leadership di Fini - puntualizza Storace - o chiesto le sue dimissioni. Sarebbe stupido pensare a una destra che si priva del leader che l’ha portata al governo. Ma Fini potrebbe avere la possibilità di dare al partito una marcia in più, aprendo una nuova fase che la farebbe arrivare più forte all’appuntamento con la discussione su un eventuale partito unico del centrodestra». Una tesi che anche un «finiano» doc come Adolfo Urso si sente di sposare seppure con qualche distinguo di protezione rispetto al leader di An. «Mi sembra una proposta assolutamente opportuna. È ovvio che il segretario deve però essere indicato da Fini, perché altrimenti sarebbe visto come un modo per limitarlo», dice il viceministro al Commercio Estero. «Ma è una richiesta ragionevole».
Il problema sarà, ovviamente, passare dalla teoria alla pratica e convergere su un nome che metta d’accordo tutti. I contatti, attualmente, proseguono a più livelli. C’è Teodoro Buontempo, da sempre in polemica con la leadership fininiana, che tesse la trama e lavora a un accordo tra Gasparri e Alemanno. Ma un dialogo giudicato fruttuoso è in corso anche tra lo «storaciano» Carmelo Briguglio e Italo Bocchino, di Destra protagonista. Un canale di comunicazione è stato aperto tra Fabio Rampelli, a capo della militanza romana vicina a Gasparri, e lo stesso Alemanno mentre a livello giovanile si lavora su una possibile convergenza tra i leader correntizi Carlo Fidanza e Giorgia Meloni.
Ci sono altri due elementi, poi, che rappresentano le ultime pennellate apposte sul quadro dell’evoluzione politica «aennina». Il primo riguarda la probabile adesione di Gasparri al documento sui valori che Alfredo Mantovano sta preparando insieme ad Alemanno. Il secondo riguarda la convocazione per il 25 giugno di una riunione di componente di Destra protagonista. Un modo per ribadire che la corrente è viva e che non c’è stato alcun scioglimento. A cosa porterà tutto questo? Lo scenario più probabile potrebbe essere il seguente: Alemanno annuncia di essere disposto a lasciare il governo e di essere pronto a lanciare la sua candidatura a coordinatore o segretario.

Ignazio La Russa lo sostituisce nell’esecutivo con Gasparri che raccoglie dall’amico e collega di corrente il testimone di capogruppo alla Camera. Una rotazione che regalerebbe un armonico mosaico di comando a un partito alla disperata ricerca di un nuovo equilibrio interno.

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