Roma - Rifondazione non molla. Dopo aver abbandonato, ieri sera, il tavolo delle trattative aperto dal governo sul Welfare, il Prc si schiera ancora contro il protocollo siglato il 23 luglio scorso, che deve essere ratificato venerdì in parlamento. "Anch’io avrei voluto concertare" così il ministro della Solidarietà Sociale, Paolo Ferrero, ha risposto alla portavoce del Forum del Terzo Settore, Maria Guidotti, che accusava il governo di non aver chiamato al tavolo della concertazione anche la sua organizzazione. "Il punto - ha detto Ferrero - è che quel protocollo è stato firmato senza una discussione con la sinistra della coalizione e andando al di là del programma. Noi chiediamo sui punti della precarietà e delle pensioni per i lavori usuranti di avere una definizione che sia più coerente con il programma dell’Unione. C’è un milione di persone - aggiunge il ministro - che è andato in piazza per ribadire tutto ciò, per noi questo non è un optional". L’accordo, ha concluso, va trovato, ma "questo non è e non può diventare il governo di Montezemolo. A oggi l’intesa non c’è e bisogna continuare a discutere".
Prodi e Damiano ottimisti "Sono fiducioso che si troverà un’intesa" dice il premier Romano Prodi, ottimista e convinto che si troverà un accordo nella maggioranza sul protocollo del welfare collegato alla finanziaria, all’esame della Camera. E all’indomani dell’abbandono del tavolo governo-maggioranza sul ddl welfare da parte del Prc il ministro del Lavoro Cesare Damiano si augura di riprendere le fila del dialogo anche con Rifondazione e sottolinea che il governo non intende scorporare parti del ddl. "Rifondazione ieri sera ha scelto di non partecipare ai lavori della commissione. Mi auguro però che il confronto prosegua con tutti" dice il ministro. "Il lavoro è proseguito - spiega Damiano - e sono stati fatti passi avanti rilevantissimi". Il ministro ha spiegato che restano ancora da esaminare quattro punti che riguardano il mercato del lavoro e i lavori usuranti. "Abbiamo ristretto enormemente il campo - ha detto Damiano - e su questi argomenti ci sono convergenze. Il governo intende mantenere i tempi previsti per l’esame del ddl e non scorporare alcuna parte perché il ddl è unitario. Stiamo andando avanti e per ora non pensiamo alla fiducia".
Commissione positiva Il Prc ha votato con l’Unione sul ddl Welfare in commissione Lavoro. Ma si è tenuto una porta aperta: non ha ritirato un emendamento che definisce nel dettaglio la platea dei lavori usuranti, testo che è stato bocciato dalla commissione e che potrebbe essere ripresentato per l’aula. "Su una soluzione (ossia sull’ok della commissione a far saltare il tetto delle 80 notti per poter parlare di lavoro notturno) mi sembra che si risponde al problema posto - ha spiegato Rocchi - ci sono però altri punti da vedere. Alla fine tireremo le somme: se il giudizio sarà complessivamente positivo ritireremo l’emendamento".
Verso l'intesa L’Unione avrebbe trovato l’accordo sulle modifiche da apportare al disegno di legge sul welfare. L’intesa raggiunta all’interno della maggioranza, secondo quanto si apprende, prevede lo stralcio che fa riferimento al decreto legislativo 66 che riguarda la definizione dei lavori notturni già votato in commissione lavoro. Per quanto riguarda invece il tempo determinato, altro nodo su cui la sinistra dell’Unione chiedeva delle modifiche, prevede per i 36 mesi la possibilità di reiterare il contratto una sola volta con una proroga di otto mesi.
È inoltre viene previsto che il conteggio dei 36 mesi sia indipendente dai periodi di interruzione che intercorrono tra un contratto ed un altro. L’accordo riguarda anche l’abrogazione dello staff leasing e del job on call.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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