Whitaker: «Idi Amin? Era un vero soldato»

L’attore afroamericano a Roma presenta il film dedicato al tiranno ugandese. «Un personaggio affascinante»

da Roma

Mentre il candidato nero Obama corre verso la Casa Bianca, l’attore, regista e produttore di origine africana Forest Whitaker è candidato all’Oscar per la sua magistrale interpretazione del dittatore Idi Amin nel film di Kevin MacDonald, altro premio Oscar. Segno che il potere nero viene da lontano, come dimostra l’intenso thriller L’ultimo re di Scozia (da oggi nelle sale), che mescola la realtà ugandese sotto il folle dominio di Amin e la finzione d’un racconto avventuroso. Basato sull’omonimo romanzo di Giles Foden, L’ultimo re di Scozia inizia con l’arrivo, in Uganda, del medico scozzese Garrigan (James McAvoy), desideroso di mettere la sua professione al servizio d’un Paese pieno di contraddizioni. Ma il fato si mette di traverso, esattamente come la mucca contro cui si fracassa la Maserati di Idi Amin, tirannico leader amante delle belle donne, delle feste fastose e, va da sé, delle auto veloci. Siccome il dottore, intervenuto sulla scena del singolare incidente, è sveglio e ha la lingua lunga, il soldataccio Idi lo prende subito in simpatia, nominandolo suo medico personale. Inizia così la discesa agli inferi dell’onest’uomo, divenuto per caso testimone oculare di rapimenti, omicidi e altre iniquità.
Girato in Gran Bretagna e in Uganda, col sostegno della popolazione locale, ancora affascinata dalla personalità di Idi Amin, il film segna il debutto del documentarista MacDonald in un’opera drammatica. Potrebbe trattarsi delle vicende di un qualsiasi dittatore del nostro mondo, amante delle personalità carismatiche, ma le choccanti storie vere, qui riferite ad Amin e non a Hitler o a Stalin, fanno luce su una pagina oscura dell’Africa.
Ma chi era, veramente, Idi Amin? «Direi fondamentalmente un soldato», risponde con gravità Forest Whitaker, che con la giacca scura troppo stretta e una camiciola frusta sembra un prete di qualche remota missione cattolica. «Tant’è vero che, quando da uomo politico non ha avuto più nemici da far fuori, se li è andati a cercare. Spesso prendendo decisioni ingenue», dice Whitaker, che per calarsi nel ruolo ha imparato la lingua swahili, assumendo persino l’aria grevemente bovina del dispotico personaggio, valente ufficiale dell’esercito britannico all’epoca della rivolta dei Mau Mau. Affascinato, a sua volta, dalla leggendaria figura tirannica, il protagonista afferma: «Idi Amin ha forgiato il mondo economico ugandese».

Per chi non lo sapesse, l’Uganda divenne indipendente dalla Gran Bretagna nel 1962 e nel 1971 Amin, con un colpo di Stato, si autonominò Presidente, nel plauso della comunità internazionale. Il resto? Tra verità e leggenda.

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