Zamparini, il censore: «Moggi, aiutami tu»

Nelle intercettazioni l’ex dg della Juve decide anche gli acquisti del Messina

Massimo Malpica

Per dare l’idea della «posizione dominante» esercitata dal sistema-Moggi nel mondo del football, gli inquirenti si concentrano sui risvolti poco noti della società Gea World, considerata uno strumento nelle mani del Direttore Generale juventino «per condizionare, e quindi controllare, le economie calcistiche». Agendo in posizione di monopolio - per la concentrazione dell’altissimo numero di giocatori, allenatori e dirigenti gestiti - i carabinieri osservano come la Gea di Alessandro Moggi e Franco Zavaglia (e dunque Moggi senior) sia in grado di arrivare ovunque, e comunque. L’esempio più illuminante citato nel rapporto giudiziario è quello della «richiesta d’aiuto» che il presidente del Palermo, Maurizio Zamparini, noto censore televisivo dei mali del calcio, rivolge a Luciano Moggi affinché metta una buona parola col figlio Alessandro per convincere l’allenatore Gigi Del Neri a firmare per la squadra rosanero. Anche qui a parlare è un’intercettazione telefonica, quella del 31 maggio 2005. Di buon mattino Zamparini chiama Moggi per chiedere se ha provveduto a intercedere su Del Neri in trattative per il tesseramento con la sua società. Dal tenore della telefonata si intuisce che per la firma c’è ancora qualche problemino legato presumibilmente a dettagli economici: «... Sto andando a incontrare Gigi Del Neri giù in Friuli - dice - tu c’hai parlato ?...». Moggi lo rassicura: «... Sì, io gli avevo parlato se... se... non so ora... lui che... che cosa... ma credo che il discorso sia come ti dissi io, vedi un pochino se economicamente può essere un discorso valido...». Zamparini ha qualche timore sui risvolti economici dell’accordo, ma a parole sembra convinto che, prima o poi, Del Neri firmerà. Però vuol essere sicuro. E siccome Del Neri è nel giro Gea. Dice: «Solo una cosa, digli, digli a tuo figlio che gli mette una buona parola anche lui e ma perché..., se no devo andare su Arrigoni e mi girano i coglioni, hai capi... pronto!...». L’alternativa a Del Neri non convince nemmeno Moggi senior che dall’altro capo del filo lo sconsiglia animatamente. Nel prosieguo della telefonata intercettata, Zamparini domanda nuovamente a Moggi di intercedere nei confronti del figlio («... ma gli ha parlato anche Alessandro...»). Non fa a tempo a finire la frase, che Lucianone lo interrompe: «Certo, certo». E poi: «... a Del Neri e... penso che se ti metti d’accordo economicamente, lo fai, comunque chiamami quando sei lì...». Zamparini non sembra soddisfatto della risposta. A detta dei carabinieri, vuole una rassicurazione esplicita e per farlo avanza una nuova richiesta di intercessione: «Si, vabbè comunque io, io ti volevo appunto avvisare che vado giù e... io oggi sono intenzionato a chiudere, però ecco digli ad Alessandro di non farmi tirare troppo il cappello, hai capito? poi gli farò... poi gli farò un regalino a lui di...». Moggi stavolta è più esplicito, le rassicurazioni sono categoriche: «... ma Alessandro fa per te oh!!! Non ti preoccupà, magari chiamalo... senti un pochino e... te ce l'hai il numero di Alessandro?...».
Un’altra dimostrazione di forza di Luciano Moggi, per il tramite della Gea, a leggere l’informativa inviata alla procura di Napoli traspare dalla «campagna acquisti» del Messina gestita personalmente dallo stesso Moggi. È lui che «impartisce direttamente al presidente Pietro Franza le determinazioni tecnico-strategiche». La riprova, anche qui, è nello scambio di telefonate fra il Dg bianconero e il numero uno della società siciliana. La più evidente porta la data del 30 maggio. Il cellulare squilla alle ore 11.55: si parla del più e del meno finché Moggi propone al suo interlocutore un incontro per discutere della prossima campagna acquisti: «Sì... a posta, ma infatti io... io volevo... io volevo fare un discorso da vederci proprio per mettere a punto la situazione, che una volta puntualizzata come si è fatta l’altro giorno poi la portiamo avanti, insomma dai...». L’incontro, nelle intenzioni di Lucky Luciano, dovrà servire anche a superare alcune divergenze sorte tra Franza e il direttore sportivo messinese Fabiani. Moggi durante l’animata conversazione con il presidente del Messina gli ripete in continuazione che la sua società «non deve trattare giocatori» senza il suo assenso. È un ordine. Ed è stato puntualmente eseguito.
Ma dalla carte trapela di più. Non c’è solo la serie A nella mire di Moggi e della «sua» Gea: fra le società «collegate» i carabinieri identificano l’Arezzo nel campionato di B, e la Sassari Torres in C1. «In particolare l’Arezzo - è scritto nel rapporto - trovatosi in difficoltà di classifica, tanto da rischiare la retrocessione nella serie inferiore, è stato veicolato a Moggi attraverso il sodale Mazzini», il numero due di Carraro alla Figc. Che il 13 marzo contatta Renzo Castagnini, noto direttore sportivo di società calcistiche, e gli dice: «Chiama quel deficiente dell’Arezzo... digli che se si vuol salvare... lo aspetto a Reggello... se no... non si salva !...». Castagnini è un personaggio centrale dell’affaire Arezzo, tanto che lo stesso ex direttore sportivo della Roma, Franco Baldini, suo amico, in una telefonata a Mazzini, proprio per non pregiudicare le sue opportunità professionali, gli dice di dire a Moggi che lui e Castagnini non si prendono proprio, che non si parlano «da quando erano bambini».

Una menzogna strumentale per non mettere l’amico in cattiva luce col suo nemico storico. Essere amico di Baldini vorrebbe dire mettersi contro Moggi.
gianmarco.chiocci@ilgiornale.it

massimo.malpica@ilgiornale.it

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