Nel 1976 Federico Fellini si rivolge al poeta. «Vorrei tentare di rompere l'opacità, la convenzione del dialetto veneto che, come tutti i dialetti, si è raggelato in una cifra disemozionata».
Andrea Zanzotto per Il Casanova di Federico Fellini compila lo sgargiante Recitativo veneziano, ma soprattutto Filò, poema arcaico e postmoderno che svela l'arcano della lingua, la sua magia, oltre umana («seppure gli uomini ti dimenticheranno... ci saranno uccelli... che ti parleranno dentro il sole, nell'ombra»). Le poesie in dialetto di Zanzotto, ora, sono verbo che commuove.Davide Brullo
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