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Lo "Zapping" di Loquenzi è una lezione di autorevolezza

Non si smetterà mai di ringraziare Zapping che garantisce ogni sera un approfondimento chiaro e comprensibile, chirurgico ma mai fazioso e ce ne fossero tanti altri così

Lo "Zapping" di Loquenzi è una lezione di autorevolezza

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Non si smetterà mai di ringraziare Zapping (Radio1 dal lunedì al venerdì dalle 19.30 alle 20.30) che garantisce ogni sera un approfondimento chiaro e comprensibile, chirurgico ma mai fazioso e ce ne fossero tanti altri così. A condurlo è Giancarlo Loquenzi (nella foto, la regia è di Paola De Gaudio) che è un intervistatore «vecchio stile» molto distante da chi cerca il titolo facile o, peggio, non lo cerca neanche. Insomma, non è fazioso perché riserva a tutti gli ospiti la stessa attenzione diretta e determinata che ha riservato venerdì sera a Matteo Salvini collegato al telefono durante un viaggio in treno. «Alla sua sesta domanda sull'Ucraina... se poi riusciamo a parlare anche di Italia, di autostrade e ferrovie io sono contento», ha educatamente sbottato a un certo punto il ministro. Ma non è l'unico nella lunga storia di interviste in onda a Zapping. Loquenzi incalza sempre l'ospite ma lo fa con educazione britannica, senza il compiaciuto obiettivo di metterlo in difficoltà.

Lo scopo è quello di approfondire, anche a costo di qualche attrito, ed è per questo che l'oretta del programma scorre non soltanto veloce ma è pure in controtendenza rispetto a tanta altra radio. A Zapping capita, come è accaduto sempre venerdì, di ascoltare il parere di Yaroslav Hrytsak, autore di Storia dell'Ucraina. Dal Medioevo a oggi, che è stato chiaramente anti putiniano ma si è espresso con competente eleganza.

Per farla breve, Zapping resta una meta obbligata non soltanto per gli ascoltatori di Radio 1 ma anche per chiunque cerchi di capire la realtà senza impelagarsi in polemiche inutilmente sterili.

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