«Zarqawi è ferito gravemente, pregate per lui»

Un generale di Bagdad ritiene la notizia attendibile, ma il Pentagono è cauto: già altre volte era circolata una voce simile

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da Bagdad

Il superterrorista giordano Abu Musab al Zarqawi è ferito gravemente. A tal punto che più di cure mediche ha bisogno di preghiere. Lo ha fatto sapere ieri con un messaggio su Internet - e quindi suscitando tutti i dubbi che simili sistemi di informazione impongono - l’organizzazione di al Qaida in Irak, Abu Maysarah al-Iraqi, fondata dal ricercato numero uno in Irak. Il sito islamico che ha dato la notizia chiede a tutti i musulmani di pregare per la guarigione del capo guerrigliero.
«Il nostro sceicco, amato tra i mujahedin, è ferito così come fu ferito il profeta Muhammad. È stato ferito in seguito alle forti pressioni dei nemici di Allah che stanno lanciando sempre più attacchi contro di lui», si legge nel comunicato, il quale precisa che Zarqawi, nonostante il ferimento, continuerà la sua jihad (guerra santa) contro gli americani. «O musulmani, pregate per il nostro sceicco affinché guarisca», conclude la nota, che non precisa dove, come e quando il rappresentante di bin Laden in Irak sia stato colpito.
Secondo il generale Wafiq al Samarrai, consigliere speciale del presidente iracheno Jalal Talabani, già a capo dell’0ntelligence militare del deposto regime di Saddam Hussein, l’annuncio potrebbe essere attendibile. «Pochi giorni fa - ha detto al Samarrai - un importante collaboratore di Zarqawi era stato catturato dalle forze di sicurezza e potrebbe aver fornito importanti informazioni sul terrorista e i suoi nascondigli». I dubbi, le perplessità sono comunque forti. Gli americani, con stringate dichiarazioni sia da Bagdad sia da Washington, invitano alla cautela. Non confermano né smentiscono. Non è la prima volta che si sparge la voce del ferimento di al Zarqawi.
Le forze americane e quelle del nuovo esercito iracheno hanno una priorità: la cattura o l’uccisione di Zarqawi, sulla testa del quale gli Stati Uniti hanno posto una taglia di 25 milioni di dollari. Per raggiungere l’obiettivo sono stati lanciati blitz e campagne militari, come quelle che in novembre hanno investito Falluja, la roccaforte della resistenza sunnita, e successivamente Ramadi.
Ma i risultati di queste operazioni, spesso molto sanguinose e onerose per la popolazione civile, non hanno condotto alla cattura o all’uccisione del terrorista. Forse al ferimento, questo sì. I dubbi tuttavia sono forti, tanto che l’annuncio di ieri viene considerato da molti un trucco. Fare credere cioè che il sanguinario guerrigliero sia in gravi condizioni al fine di allentare la caccia all’uomo scatenata contro di lui.


Zarqawi, 38 anni, è ritenuto anche il mandante dell’attentato del 12 novembre 2003 a Nassirya contro il contigente italiano e di quelli di Najaf, in cui rimase ucciso l’ayatollah sciita Mohammad Baqr al Hakim, e di Bagdad, contro il quartier generale delle Nazioni Unite, in cui morì fra gli altri l’inviato dell’Onu Sergio Vieira De Mello. Il suo nome è comparso anche nell’inchiesta sugli attentati dell’11 marzo scorso a Madrid e in diverse indagini sul terrorismo islamico in Europa.

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