Zlatan e Dinho le star ma il vero bomber è nonno Super Pippo

Cinque stagioni di meraviglie e gol (94 in 207 partite in maglia blaugrana) non si dimenticano. Non a caso i giornali spagnoli parlano di un Barcellona-Milan che assegna il trofeo Gamper come di una festa da ricordare. E la festa è per Ronaldinho, che tornava al Camp Nou per la prima volta dopo due anni e mezzo. «Molte grazie», recita il tabellone dello stadio, i 98mila spettatori che prima avevano applaudito i calciatori di Guardiola si spellano le mani e invocano a gran voce il nome del brasiliano. Sullo schermo scorrono le immagini più belle del suo lustro a Barcellona, lui entra in campo mentre le squadre sono già schierate e riceve la standing ovation, che si ripeterà all’uscita dal campo a un quarto d’ora dalla fine (quando Ronnie svela il sottomaglia con la scritta «Barcellona ti amo»). E Puyol lo invita a scattare la foto di rito insieme agli ex compagni. La risposta più bella al messaggio d’amore inviato dal milanista al suo ex club 24 ore prima. Il titolo a nove colonne «Il suo sorriso torna a illuminare il Camp Nou» è invece il caloroso saluto dei giornali spagnoli.
Ma se il festeggiato è Ronnie, l’osservato speciale della serata è Ibrahimovic. Gioca titolare (appena 45’ in campo) contro il Milan, che tra pochi giorni potrebbe diventare la sua squadra. Nel sottopassaggio Ibra chiacchiera amabilmente con Pirlo, prima del fischio d’inizio scherza proprio con Ronaldinho. Sembra già uno di «famiglia». E nel corso del match, regalerà anche un gol - annullato per un giusto fuorigioco - il cosiddetto «passo dello scorpione», quella gamba allargata a mo’ di compasso tipica del taekwondo, sport che lo svedese ha imparato da bambino. La sua specialità, il gesto atletico che lo ha reso famoso anche in Italia e che presto i tifosi milanesi (ma di fede rossonera) potrebbero tornare a rivedere dal vivo.
Tra le due stelle, spunta l’eurogol del «vecchietto» sempreverde del nostro calcio. Pippo Inzaghi ha compiuto 37 anni lo scorso 9 agosto, ha allungato la sua carriera di altri dodici mesi e in uno dei «teatri» più caldi d’Europa regala una prodezza che fa arrossire anche quel David Villa, il talento che è stato l’acquisto più oneroso della nuova gestione Rosell (35 milioni di euro). SuperPippo risponde alla rete di «El Guaje» - bel cross di Adriano e Villa che tocca d’esterno sul primo angolino sfruttando l’amnesia di Papastathopoulos - con un gol d’autore: il passaggio di Seedorf è millimetrico, il calcio al volo di collo sinistro che infila Pinto sul palo più lontano è straordinario e strappa l’applauso sentito dello sportivissimo pubblico del Camp Nou.
Prove tecniche di campionato sia per i blaugrana, freschi vincitori del primo trofeo stagionale (la Supercoppa spagnola), sia per il Milan. Il Barcellona fa la gara per 50 minuti, con l’ex interista Maxwell sempre nel vivo della manovra dei padroni di casa, e trova solo il gol di Villa anche se Roma, entrato al posto di Amelia, nel recupero devia una bella punizione di Messi; i rossoneri tengono il campo con personalità, sono più incisivi con l’ingresso di Seedorf. In attesa del rientro di Pato (domenica con il Lecce).

Alla fine il Gamper si decide ai rigori e il Milan, al settimo pareggio nel precampionato, non sfata il tabù del trofeo (terza sconfitta come nel 1986 e nel 2004): dal dischetto sbagliano Seedorf, Pirlo (cucchiaio debole) e Jankulovski.

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