«La Ztl? Sarpi è deserta e noi facciamo la fame»

Incassi in picchiata. Ma non è solo la congiuntura economica internazionale negativa a segnare in rosso i guadagni dei commercianti di via Paolo Sarpi. A fornire un’ulteriore battuta d’arresto alle vendite ci ha pensato infatti la zona a traffico limitato inaugurata lo scorso 17 novembre. «Certo non potevano scegliere momento peggiore per metterla in atto» sbottano i commercianti che ieri sera hanno fatto il punto della questione durante una seduta straordinaria della commissione Commercio in Consiglio di zona 8. Un bilancio necessario per tentare di trovare soluzioni alternative e allentare il cappio della crisi che attanaglia il commercio in questa zona. «Se è vero che in tutta Milano le vendite al dettaglio sono scese del 30 per cento - dichiara Franco Marini, titolare di un negozio di abbigliamento - nel nostro caso a questo si deve aggiungere un altro 20 per cento in meno frutto, purtroppo, della chiusura della via». A non far quadrare i conti nemmeno la soluzione dei gettoni parcheggio pensata per i clienti: «Dei cento gettoni acquistati per la sosta gratuita dei clienti, ne ho dati via, in cinque mesi, solo tre, un vero disastro - commenta Luisa Bardelli, negoziante - ormai qui non viene più nessuno».
Una situazione insostenibile, denunciano i negozianti, che minaccia di aggravarsi con il passare del tempo: «Se si dovesse ripetere la stessa situazione che abbiamo vissuto durante l’inverno anche in estate - sottolinea Liliana Rhol, titolare di un bar - molti di noi saranno costretti a chiudere bottega». Le previsioni dei commercianti parlano chiaro: un buon 30% di esercizi commerciali è a rischio chiusura. Nessuna marcia indietro, pare, rispetto alla futura isola pedonale ma solo la richiesta e l’attuazione di nuove soluzioni per tamponare le perdite in vista del prossimo febbraio quando dovrebbero partire i lavori per la pedonalizzazione definitiva del quartiere. «Innanzitutto chiediamo la riapertura della via ai taxi e alle moto per far in modo che ci sia maggiore passaggio di gente e quindi di potenziali clienti - continua Anelli - inoltre è necessario ripristinare il passaggio di un autobus che possa servire gli anziani del quartiere».
Ma se i commercianti, in particolar modo i 40 associati della Sarpi doc e i residenti del comitato Vivisarpi sono ancora d’accordo con la futura pedonalizzazione della via a non trovare più la soluzione così convincente sono, invece, i 140 iscritti dell’associazione commercianti Ales e alcuni gruppi di residenti che si stanno mobilitando per la costituzione di un nuovo comitato. «Questi mesi di ztl non hanno soddisfatto le nostre aspettative, la via è deserta e i commercianti fanno la fame - afferma Remo Vaccaro presidente dell’associazione Ales - non c'è stato nessun miglioramento e chi pensava di fare le scarpe ai cinesi si sbagliava di grosso».
Molti dei grossisti dagli occhi mandorla, infatti, non si sono lasciati intimorire dalla chiusura della via e, anziché cercare posto altrove, hanno aggirato il problema cambiando tipologia di negozio: da vendita all'ingrosso il 20% degli esercizi commerciali cinesi è passato ora a vendita al dettaglio: «E adesso loro vivono gli stessi problemi che vivono tutti i negozianti - continua Vaccaro - ma, nonostante questo, non sono intenzionati ad andare via».

D’accordo con i commercianti anche i residenti: In merito alla questione si è espresso anche il vicepresidente della commissione Attività Produttive della Regione, Allessandro Colucci: «Sono dalla parte dei commercianti e in Regione si sta valutando anche la possibilità di attuare politiche di intervento a sostenere il reddito di questi esercizi commerciali. Così come è stata attuata la zona a traffico limitato non funziona».

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