Consulenze assegnate dalla Provincia, sotto la guida di Filippo Penati, sperperando denaro pubblico per appaltare all’esterno mansioni che potevano essere tranquillamente svolte dal personale di Palazzo Isimbardi: era questa l’accusa lanciata contro la vecchia giunta, prima ancora del ribaltone elettorale. Ora la magistratura contabile accerta che quell’accusa era tutt’altro che infondata. E sugli uomini di Penati piovono le prime condanne. Quattro di loro dovranno restituire alle casse provinciali oltre 360mila euro spesi senza motivo per stipendiare i consulenti dell’allora presidente.
Dei numerosi incarichi inutili denunciati da Giovanni De Nicola, consigliere del Pdl, già uno era stato ritenuto illegittimo: quello a Barbara Vitti, la pierre di moda arruolata per rifare il look a Penati, ma in quel caso non c’era stata la condanna al risarcimento. Invece nei giorni scorsi la Corte dei Conti ha affrontato altri due casi, e le conseguenze sono state ancora più pesanti.
Giordano Vimercati e Giancarlo Saporito, entrambi uomini di fiducia di Penati, dovranno risarcire rispettivamente 120mila e 65mila euro per l’incarico di «assistente del capo di gabinetto» assegnato ad Alfredo Senesi tra il 2004 e il 2008; mentre Franco Maggi e Elia Bova, anche loro dello staff penatiano, dovranno risarcire 146mila e 36mila euro per la consulenza affidata dalla Provincia alla società «Community» di Auro Palomba nonostante all’interno di Palazzo Isimbardi lavorasse già un folto (ventiquattro persone!) ufficio stampa.LF