Processo al super poliziotto: sfilano questori e magistrati

Un procuratore della Repubblica aggiunto, tre questori, una sfilza di ufficiali dei carabinieri e dirigenti di polizia, sette «pentiti» e un avvocato specializzato nella loro difesa: tutti chiamati sotto giuramento a raccontare come funziona davvero il mondo sotterraneo della giustizia, degli sbirri, dei confidenti, delle dritte e dei favori. Sarà un processo interessante quello che entrerà nel vivo il prossimo 7 aprile davanti alla quarta sezione del tribunale di Milano. Sul banco degli imputati siederà un uomo solo, un commissario di polizia. Ma ieri il giudice Marco Tremolada, contro il parere della Procura, ha autorizzato per intero la lista dei testimoni chiamati in aula dal commissario per dimostrare che lui ha fatto solo il suo dovere, e se ha camminato nel fangolo ha fatto per conto dello Stato.
Il commissario si chiama Carmine Gallo, e negli archivi della stampa di tutto il mondo è quello che ha risolto il delitto Gucci. Anche lì, non fu questione di intuito sopraffino ma di avere il confidente giusto, perché è questo che Gallo sa fare: parlare con chi sta dall'altra parte della barricata e magari medita di saltarla, rendersi credibile, non tradire la parola. In questo modo scoprì gli assassini di Gucci, e nello stesso modo fece liberare Alessandra Sgarella, l'ultima milanese vittima dell'Anonima Sequestri: il cui vedovo, Pietro Vavassori, compare anche lui nella lista dei testimoni.
A portare Gallo sotto accusa per rivelazione di segreto è l'inchiesta della procura di Venezia sui favori che avrebbe ricevuto uno dei «pentiti» più importanti arruolati da Gallo, il falsario e riciclatore Federico Corniglia. All'inizio l'accusa era addirittura di associazione a delinquere, ma l'ipotesi si è dissolta per strada, e a Milano è stato trasmesso solo il fascicolo a carico di Gallo per rivelazione di segreto. Qui la Direzioneantimafia, che per anni ha avuto Gallo come uno dei suoi investigatori di fiducia, ha chiesto e ottenuto il suo rinvio a giudizio.
Gallo si proclama innocente: ma la sua innocenza, dice il suo avvocato Antonella Augimeri, si può comprendere solo se si capiscono le prassi e le regole nella gestione dei confidenti e dei pentiti. Il tribunale è stato d'accordo.

Così sul banco dei testimoni sfileranno Alberto Nobili, procuratore aggiunto, che con Gallo ha lavorato per anni all'epoca della gigantesca retata di Nord Sud; i questori Massimo Mazza, Francesco Messina e Vittorio Rizzi, che dovranno riferire «sui rapporti personali e professionali» con Gallo quando «si occupava prevalentemente della gestione dei collaboratori di giustizia»; i pentiti Saverio Morabito, Michele Amandini, Mario Inzaghi, Giorgio Tocci, Salvatore Pace , Federico Corniglia e il più temibile di tutti, Tonino Schettini. Che proprio da Gallo fu arrestato.

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