Molti attivisti per i diritti umani sono in stato di fermo. Intanto prosegue la censura: stampa e tg non parlano del premio vinto da Liu Xiaobo. L'unica fonte che permette di aggirare i blocchi, su internet, sono i blog. Non si hanno più notizie della moglie del dissidente
Premio Nobel per la Pace
Intellettuale da anni attivo nella difesa dei diritti umani, tra i leader della protesta studentesca di piazza Tienamen, è in carcere dal 2008. La motivazione del premio. Guarda: le foto - il video. Il governo cinese: "Un'oscenità". Obama: "Scarceratelo"
Il Comitato norvegese per il Nobel ha deciso di assegnare il premio Nobel per la pace 2010 a Liu Xiaobao "per la sua lunga e non violenta battaglia in favore dei diritti umani fondamentali in Cina"
Il Dalai Lama: "Liberare Xiaobo e tutti gli altri imprigionati per aver esercitato la loro libertà di espressione". L'Ue si felicita ma non chiede la scarcerazione del dissidente. Barroso: "E' un premio a chi lotta per la libertà". Frattini: "Riconoscimento a chi lotta per i diritti"
Condannato a undici anni di prigione per 'adesione alla "carta 08", in cui chiedeva democrazia e libertà per il proprio Paese, Xiaobo fu arrestato già nel 1989, dopo i fatti di Tienanmen e rinchiuso nei campi di rieducazione tra il 1996 e il 1999. I suoi libri, censurati in Cina, vengono diffusi a Hong Kong
Il presidente Usa ha ritirato il premio: "Accetto questo premio con grande gratitudine e umiltà. Rispetto a Luther King e Mandela i miei traguardi sono veramente piccoli". Il Nobel arriva proprio mentre partono i primi rinforzi per l'Afghanistan. Castro lo attacca
Decisione presa all'unanimità: guarda il video. Il primo commento della Casa Bianca: "Wow!". Poi Obama mette le mani avanti: "Lo accetto come un invito ad agire". Le reazioni internazionali: le accuse dei talebani, l'approvazione del Papa. Negli Usa polemica tra repubblicani e democratici
Berlusconi: "Si tratta di un investimento per il futuro". Commenti ottimistici dal Medio Oriente. Ahmadinejad: "Dovrebbe incoraggiare Obama a porre fine all’ingiustizia nel mondo". Sarkozy: "Usa tornano nel cuore dei popoli". El Baradei: "Nessuno merita più di lui"
Saranno esposte lunedì le ragioni dell'accusa nel processo che vede come imputata il premio Nobel per la pace Aung San Suu Kyi. La donna rischia 5 anni di prigione e l'esclusione dalle elezioni del 2010