Alberto Giannoni
Autonomia, infrastrutture, Tav, rapporto con gli alleati. Molte cose della politica passano da Milano. E da uno dei colonnelli milanesi di Matteo Salvini, Stefano Bolognini, assessore regionale a Politiche sociali e Casa.
Assessore Bolognini, la Lombardia e la Lega continuano a chiedere l'ok sull'autonomia. Ma ci sono rallentamenti.
«C'è un referendum votato dai cittadini, un impegno importante, anche perché con un residuo fiscale da 56 miliardi c'è bisogno di qualche correttivo. Dalla Regione c'è l'impegno a concludere questo percorso, molto lungo e faticoso, portando in Aula il tema. Io temo il tentativo di allungare molto i tempi. Senza svilire il ruolo del Parlamento, il percorso si può portare fino in fondo».
C'è chi spinge e chi frena.
«La Lega ha forte attenzione per Lombardia e Veneto ma anche per l'Emilia. I 5 Stelle sono più tiepidi ma il percorso è irreversibile e questa vittoria sarà un punto di arrivo anche nella maturazione della Lega. Non è una battaglia di campanile, è diventata questione di cultura istituzionale diffusa di tutto il Paese».
Lo stesso schema lo si vede sulla Tav. Il governatore Fontana è pronto al referendum. Lei?
«Tav e infrastrutture sono importanti per il Paese. Sono stati presentati i dati dell'indotto di Brebemi: lusinghieri anche per le aziende. Il Nord ha bisogno di altre infrastrutture e collegamenti anche con altri Paesi. Sono convito che si possa trovare un accordo. Dire di no ora sarebbe folle».
C'è bisogno di un partito del Nord come dice Maroni?
«Lega e centrodestra hanno un record elettorale. Il modello che Salvini sta realizzando piace e funziona senza bisogno di revisioni: soddisfa sia le istanze nazionali sia quelle locali. Se guardiamo risultati e sondaggi vediamo che il binomio sovranismo-autonomia tiene insieme tutto. E per la prima volta c'è un ministro delle Autonomie leghista e veneta. La risposta è nei fatti: partiti e partitini sono superati».
L'idea non sembra contro la Lega, ma complementare.
«C'è un progetto che guarda avanti e non lascia indietro nessuno. Se fossero confermati i sondaggi che danno la Lega al 36% e qualcuno sostenesse che non va bene, io lo troverei singolare».
Il centrodestra esiste ancora?
«Credo di sì, in Lombardia, Veneto e Liguria sta dando risposte adeguate e forti. È chiaro che vedo la leadership di Salvini come il cardine di un progetto politico, poi che certe idee siano declinate coi 5 Stelle o con partiti storici cambia poco. Il progetto va dalla flat tax alla difesa dei confini nazionali dall'immigrazione. Certo un'alleanza col centrodestra sarebbe più naturale, ma in una fase storica particolare, la Lega trova risposte in questo governo».
Pietro Tatarella di Fi dice che non riconosce più la Lega.
«Potrei dire che anche io ho difficoltà quando vedo Forza Italia condividere certe istanze del Pd. In ogni caso, Fontana ha festeggiato un anno dal voto regionale e io non posso che condividere valorizzando i risultati del centrodestra in Lombardia. Fi dovrebbe chiedersi perché questo modello non è replicabile a Roma».
Il caso dei «franchi tiratori« è superato? Cosa è successo?
«In giunta votiamo compatti, piena condivisione. Fontana ha ringraziato gli assessori per il lavoro e viceversa. Parliamo di cose concrete. Esempio case popolari».
Cosa avete approvato?
«Un regolamento attuativo della legga sulla casa, che introduce un limite di 5 anni e oggi riconosce ulteriore punteggio a chi è residente da 5 o 10 anni. Ma anche sulla legalità e rigenerazione. A gennaio-febbraio abbiamo recuperato 600 alloggi sfitti perché degradati. E in qualche settimana assegneremo 300 alloggi fuori Erp alle forze dell'ordine».
La Lega parte dal centrodestra anche a Milano?
«Vedo progetti meravigliosi realizzati con lungimiranza dal centrodestra. City life, Expo, la Darsena che la sinistra osteggiava. Poi vedo gli scali ferroviari fermi. Noi abbiamo dato impulsi che la sinistra non ha saputo dare. Anzi, dovremmo lavorare per farli emergere. Poi Milano va da sola, ci sarà presto un congresso con 40mila medici di alto livello per esempio. Ma la sinistra non ha creato un sistema per far sì che le potenzialità di Milano si esprimessero al meglio. La sconfitta di Ema... E parlano di Navigli ma non hanno spostato un mattone. A Repubblica la ciclabile rallenta tutto e crea difficoltà. Hanno rallentato e indebolito la città».
Il sindaco è andato in piazza per difendere l'immigrazione
«Mi è parso un gran minestrone.
In cui c'era di tutto, pur di attaccare il governo. Forse Sala invece di fare manifestazioni dovrebbe pensare alle periferie. Del Gratosoglio si parla per Mahmoud, mi farebbe piacere se ne parlassimo anche per le iniziative del Comune. Invece non ne ricordo una».AlGia
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