
Esiste una zona, compresa tra l’ultimo anello della ‘Castillo Road’ e dell’ex grande accademia militare di Aleppo, che meglio esprime cosa vuol dire la guerra per un paese, come la Siria, catapultato improvvisamente nel conflitto oramai da cinque anni

Previsto da diversi giorni, il nuovo tentativo dei ribelli di rompere l’assedio governativo ai quartieri orientali ad Aleppo è partito nella mattinata di venerdì con ben quattro attacchi kamikaze contro le prime linee dell’esercito siriano; la situazione è in costante evoluzione, l’unico dato certo al momento è che nella seconda città siriana la battaglia infuria tanto nelle zone orientali che in quelle occidentali, sotto il controllo di Damasco

I terroristi non esitano ad usare i metodi più brutali contro chi cerca di scappare da Aleppo. Colpiti anche i corridoi umanitari

Aleppo si appresta a vivere una nuova tregua, la quale è in programma per il prossimo giovedì 20 ottobre; è prevista, in particolare, una sospensione dei raid russi e siriani per otto ore, questa volta però la tregua è diversa rispetto ad altre iniziative passate: si tratta sì di una tregua unilaterale, ma essa riguarda solo la seconda città siriana e l’obiettivo non è solo umanitario

L’attacco, secondo il primo ministro iracheno, è partito nelle scorse ore: le forze di Baghdad avanzano verso Mosul, l’obiettivo è la riconquista di quella città la cui perdita, nel luglio 2014, ha significato la disfatta per l’Iraq e l’avanzata anche mediatica dell’ISIS e del suo fantomatico stato islamico; è proprio da Mosul, terza città del paese, che Al Baghdadi ha proclamato la nascita del califfato parlando dalla moschea principale del capoluogo della provincia di Ninive

Tra veloci conferme e repentine smentite, la notizia comunque c’è: la Russia potrebbe avere una base militare in Egitto entro poco tempo; dal Cairo non confermano ed anzi Ala Youssef, portavoce del governo di al – Sisi, si affretta a smentire ma non del tutto questa indiscrezione trapelata nei giorni scorsi

In queste ore si moltiplicano gli appelli a favore di una ‘tregua’ in Siria ed in special modo adAleppo; presso molti media, la situazione nella seconda città del Paese martoriato dalla guerra oramai da cinque anni abbondanti, viene presentata facendo leva soprattutto sull’emozione del pubblico mostrando immagini di bambini feriti, di palazzi sventrati e di intere famiglie costrette a vagare nelle vie distrutte dai bombardamenti

L’unica provincia siriana, insieme a Raqqa, ad essere ancora del tutto fuori dal controllo dell’esercito regolare è quella di Idlib; questi due governatorati rappresentano il punto di riferimento, rispettivamente, per l’ISIS e per la galassia salafita ruotante attorno al gruppo di Al Nusra, filiale di Al Qaeda in Siria ed adesso rinominata Jabhat Fateh al-Sham per sfuggire alle sanzioni ed alle pressioni internazionali

Anche se da diversi mesi le telecamere all’ombra del Partenone risultano spente e gli obiettivi puntati su altre parti d’Europa, la situazione in Grecia risulta essere in continua evoluzione e ben lontana da una pur minima parvenza di normalità; in particolare, nei giorni scorsi il Parlamento ha dato il via libera all’ennesimo piano lacrime e sangue che prevede, tra le misure più dure, il nuovo ridimensionamento delle pensioni le quali negli anni passati hanno già subito tagli di oltre il 55%

Con l’avanzata dell’esercito siriano ad Aleppo, è possibile notare e vedere concretamente quel è stato lo stile di vita nella città prima che la guerra ed il terrorismo prendessero il sopravvent
