

L’Iran rimane un assoluto protagonista dello scenario politico mediorientale; di recente, Teheran ha ripreso il proprio attivismo diplomatico forse anche in vista delle presidenziali del 2017, le quali sono previste nella prossima primavera e quindi iniziano ad apparire non tanto lontane agli occhi della leadership attuale e dell’opposizione conservatrice in lizza per strappare a Rohani la principale carica politica

Il bombardamento di sabato contro le postazioni dell’esercito regolare siriano a Deir Ezzour, sta iniziando adesso ad avere ancora più serie e gravi ripercussioni sull’andamento della guerra nella zona est della Siria

A Barcellona si vive un clima da resa dei conti: uscendo dall’aeroporto El Prat della metropoli mediterranea, gli striscioni e le scritte lungo l’autostrada che un tempo accoglievano la scritta ‘Catalunya is not Spain’ adesso sono stati sostituiti da ‘Ara o mai’, letteralmente ‘Adesso o mai più’.

In un Paese dell’Est del vecchio continente in cui, nelle elezioni legislative, a contendere la vittoria per il rinnovo del parlamento vi è, tra le altre, un raggruppamento di partiti dal nome “Coalizione per l’Europa” appare quasi scontato ritenere fondati i sospetti di tentativi di influenze esterne ed eterodirette nel locale dibattito politico

Mentre nel nord regna la confusione, tra assalti turchi, i timori curdi ed i taciti accordi che stanno assicurando ad Ankara quella ‘striscia di sicurezza’ vicino al proprio confine volta a tranquillizzare Erdogan ed il suo governo, la notizia più importante pervenuta nella scorsa domenica dal fronte siriano riguarda la nuova avanzata dell’esercito di Bashar Al Assadad Aleppo, la quale rimette sotto assedio i quartieri controllati dai terroristi

Il terremoto è prima di tutto un fenomeno che fa parte della vita culturale del Paese. Ed è studiando la storia che si fa prevenzione

Damasco è sempre più una città ‘normale’, fatto salvo ovviamente tutto quel che comporta l’essere capitale di uno Stato in guerra; nei giorni scorsi anche Daraya è tornata ad essere una città siriana, con la bandiera della Repubblica Araba di nuovo issata presso il locale municipio e con la volontà dei suoi cittadini di riprendere un’esistenza dignitosa dopo quattro anni di guerra

Uno scatto che dice molto più di tante parole e tante analisi fatte in questi giorni; esiste infatti una foto, riconosciuta come autentica e veritiera, che mostra come per la conquista di Manbij in Siria in realtà si sia sparato poco e che i curdi hanno avuto vita molto più facile di quanto si pensi contro i miliziani del califfato

