Il tema della logistica ha trovato lo spazio che merita anche sul giornale di Confindustria, domenica 31 ottobre. Si è scoperto che la logistica pesa per 40 miliardi di euro sul sistema economico nazionale e che manca una politica di sistema. Questo ha determinato le riduzioni dissennate degli scali ferroviari (da 240 a 71) con la conseguenza che la percentuale del trasporto merci su rotaia è sceso al 9,4 per cento e la mancata individuazione dei porti daccoglienza ai quali assicurare interventi adeguati. Si è scoperto che in 20 anni si è aumentata la rete autostradale del 4,7 per cento, mentre in Spagna lincremento è stato del 112 per cento; in Francia del 49,8 per cento; in Germania dell114 per cento; mediamente in Europa a 15 del 37,7 per cento. Come fronteggiare la carenza infrastrutturale, il tema dellattraversamento dellarco alpino, la concorrenza da parte dei Paesi del Nord Africa: sembrano essere i punti centrali del Piano della Logistica. Molti ricorderanno il positivo risultato ottenuto dal Governo Berlusconi dal 2001 al 2006 che riuscì a far inserire nelle reti di comunicazione Ten, necessarie per dare competitività al sistema europeo, ben quattro corridoi italiani. Fu su quella spinta che venne realizzato il Patto della logistica e, successivamente, il Piano che delineò i grandi interventi necessari. Sulla strategicità della funzione logistica nacque un forte consenso. Oggi il lavoro sembra riprendere con la ripresa dellattività della Consulta che, adeguando quanto già esiste, sta definendo come far ripartire la logistica nel Paese.
Le domande sono due: si riuscirà a recuperare il tempo perduto? Vorrà il Governo consentire che il Piano divenga realmente la linea intorno alla quale mettere a sistema i temi del traffico e logistica, dellambiente; della sicurezza e circolazione e delle infrastrutture?*Presidente nazionale di Fai Conftrasporto
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