da Città del Vaticano
Dopo un'indagine durata quasi dieci anni su accuse di abusi sessuali, il Vaticano ha imposto a padre Marcial Maciel, 86 anni, fondatore dei Legionari di Cristo, restrizioni al suo ministero. Lo riferisce l'americano National Catholic Reporter citando fonti vaticane e rendendo noto che l'inchiesta interna ha permesso di accertare che almeno alcune delle accuse contro l'anziano carismatico sacerdote messicano sono fondate. Per oggi è attesa una dichiarazione da parte del Vaticano.
Maciel non sarebbe stato ridotto allo stato laicale, ma le restrizioni disposte poco prima di Pasqua dalla Congregazione per la Dottrina della fede hanno limitato la sua attività pubblica, come la sua facoltà di celebrare in pubblico, di fare conferenze o tenere discorsi, di dare interviste per la stampa o mezzi radiotelevisivi. Le restrizioni sono state approvate da papa Benedetto XVI.
Secondo la ricostruzione del Ncr l'ex Sant'Uffizio avrebbe chiuso il caso Maciel alla fine del 2005. Nei primi mesi di quest'anno i cardinali membri della Congregazione sono stati invitati a prendere visione della documentazione e dare un parere. La documentazione in mano alla Congregazione include la testimonianza di una ventina di persone. Il fondatore dei Legionari di Cristo, congregazione che si distingue per fervore e stretta osservanza ai principi della Chiesa, è il sacerdote di più alto profilo sanzionato per accuse riguardanti abusi sessuali. Il Vaticano aveva ripreso in mano all'inizio del 2005 il fascicolo contro Maciel, per accuse di abusi sessuali relative agli anni '80 e precedenti. Il caso riguarda una decina di ex seminaristi che avevano presentato nel '98 al Vaticano un'accusa contro Maciel e che erano stati poi contattati dalla Congregazione per la Dottrina della Fede per sapere se desideravano portare avanti la denuncia.
Bloccato di fatto da anni, il procedimento contro il fondatore dei Legionari - che contano oggi 600 preti e 2.500 seminaristi in tutto il mondo - è potuto ripartire grazie al fatto che dopo lo scandalo dei preti pedofili che aveva messo in ginocchio la Chiesa degli Stati Uniti, la Santa Sede da una parte ha avocato all'ex Sant'Uffizio un controllo su tutte le accuse, centralizzando i procedimenti, e dall'altra ha dotato la Congregazione di un «promotore di giustizia» a tempo pieno. È stato il promotore, il maltese Charles Scicluna, a interpellare nel 2005 la canonista americana Martha Wegan che assisteva gli ex seminaristi per conoscere le loro intenzioni sulla denuncia.
Questa fu presentata al Vaticano da nove ex seminaristi dei Legionari, poi rimasti in otto per la morte di uno di loro.
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