Addio al campo più grande d’Europa

Multinetnico, sovraffollato, insediamento storico: è il campo nomadi Casilino 900, il più grande d’Europa, circa seicento anime stipate in un prato alla periferia di Roma.
Il primo gruppo di origine nomade a stanziarsi al Casilino 900 furono i Salkanovic, «arrotini e ombrellai» che scelsero quel pezzo verde a ridosso di via Casilina e via Palmiro Togliatti alla fine degli anni ’50.
All’epoca quel chilometro quadrato era poco più che una fungaia: in oltre quarant’anni di storia il Casilino 900 è diventato uno dei campi più grandi d’Europa con oltre seicento abitanti provenienti per lo piu da Macedonia, Kosovo, Bosnia e Montenegrini che in fuga dai loro paesi, spesso teatro di sanguinosi conflitti, hanno trovato rifugio in baracche di legno, costruite alla meno peggio, in cui le condizioni igienico sanitarie sono precarie. Il gruppo più rilevante è quello dei rom bosniaci di origine montenegrina, seguito dai rom montenegrini imparentati e poi i bosniaci. I montenegrini sono cominciati ad arrivare dopo la guerra del ’91, così come i rom fuggiti dal Kosovo. Tutti parlano il romanès, lingua di origine indiana, e in parte l’italiano, mentre il serbo croato è estraneo alle ultime tre generazioni che non hanno mai conosciuto nè la Bosnia nè il Montenegro. La parte più antica del campo è quella che si affaccia su via Casilina. Negli ultimi quindici anni l’insediamento si è esteso fino a viale Palmiro Togliatti. I suoi abitanti dicono di essere artigiani, riparatori di utensili domestici, lavoratori del rame e del ferro, come i rom Khorakhanè, dalla fine degli anni ’60: musulmani serbo-montenegrini hanno portato questo mestiere dal nord dell’India dove sono tuttora numerosissimi i rom fabbri. La realtà è che si procurano le materie prime ricorrendo spesso al furto. La grande maggioranza degli abitanti e composta da giovani, moltissimi i bambini. Nel febbraio dello scorso anno la Croce Rossa effettuo una campagna di vaccinazione per i minori fino ai 15 anni. In totale furono 164 i bambini vaccinati.
«Siamo giunti ad un momento decisivo, ancora non possiamo dire con esattezza i tempi di questa importante operazione, che andranno verificati tecnicamente.

Però, sia noi sia il prefetto Pecoraro, siamo molto attenti nel riuscire a portare a compimento l’operazione di trasferimento dei nomadi dal Casilino 900 ad altri campi più vivibili e con un maggior controllo della legalità», ha commentato il sindaco Gianni Alemanno, a margine del V congresso della Uil di Roma e Lazio.

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