Un pezzo di storia se ne va. Uno dei pezzi migliori di Genova, unassociazione benemerita, annuncia la sua «eutanasia». La pubblica assistenza Burlando chiude i battenti. Addio a quello stemma che recita orgoglioso: «Fondata l11 giugno 1916». Peccato, il 14 luglio 2008 la pubblica assistenza che è diventato un fiore allocchiello della città di fatto sparisce. Comunque smette di fare quello che ha sempre fatto, cioè offrire i suoi fondamentali servizi ai genovesi. Magari resterà la sede, sempre che sia possibile, magari qualcuno continuerà ad alzare la serranda. Ma quello per cui la pubblica assistenza era stata creata smetterà di esistere.
Lo annuncia il presidente Roberto Roncallo, che scrive a tutte, ma proprio tutte, le autorità genovesi e liguri, ma anche, per conoscenza, «a tutti i signori pazienti». È una lettera aperta quanto amara, per avvertire che «per cause non dipendenti dalla nostra volontà, non siamo più in grado di continuare a effettuare i servizi che solitamente offriamo alla cittadinanza».
Il perché è presto spiegato: «Il provvedimento di pignoramento presso terzi attuato dallEquitalia Polis per i debiti contratti dalle precedenti gestioni, debito per la maggior parte contratto con lInps, ci sta velocemente portando alla chiusura». Roba da 170mila euro, spiccioli per le casse degli enti locali, unenormità per la pubblica assistenza che si regge solo su poche entrate, quelle garantite dalle offerte dei cittadini. Insufficienti per pagare le spese, le attrezzature per le ambulanze, gli stipendi, le polizze assicurative, il leasing delle stesse ambulanze.
«Ci vediamo così costretti - chiude la lettera - a comunicare che a far data del 14 luglio 2008 sospenderemo qualunque tipo di servizio che questa pubblica assistenza fornisce alla cittadinanza. Pertanto sospenderemo il servizio urgenze 118 Genova soccorso, il trasporto per dializzati, il trasporto di pazienti per terapie, il servizio di guardia medica per conto della Asl 3 genovese, i prelievi ematici per conto della Asl3». Tutto, in pratica.
Il presidente Roncallo ci tiene a sottolineare che tutto il consiglio di amministrazione è compatto per arrivare a un duplice obiettivo. «Il primo è quello di salvare una storica pubblica assistenza come la Burlando - sottolinea a nome di tutti il presidente - E poi di non far perdere il lavoro ai nostri 8 dipendenti».
Nessuna notizia dagli enti pubblici? «Abbiamo fatto telefonate a tutti - aggiunge Roberto Roncallo - Gli unici che si sono degnati di risponderci e di contattarci per provare a fare qualcosa sono stati il dottor Gianni Plinio, capogruppo di An in regione, e il presidente della Provincia, Alessandro Repetto che, con il suo capo ufficio di gabinetto, si sta attivando.
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