Se ne sono accorti anche i giudici, alla fine. Lui, il sedicente maestro di giornalismo, l'autodefinitosi erede di Indro Montanelli, quello che bacchetta tutti con rotoli di carte bollate ora è finito nei guai. Il vicedirettore del Fatto quotidiano Marco Travaglio è stato rinviato a giudizio, dal tribunale di Bergamo, per diffamazione a mezzo stampa. Nel mirino dei giudici alcuni passaggi del suo libro "Papi, uno scandalo politico", pubblicato dalla casa editrice Chiarelettere. Insieme a Travaglio, sono stati rinviati a giudizio anche i coautori del libro, Peter Gomez, Marco Lillo e Claudio Pappaianni.
Le frasi incriminate sono su Lucia e Domenico Rossini, definiti rispettivamente "donna d’onore legata a un clan malavitoso barese" e "spacciatore di droga e pusher di fiducia di Gian Paolo Tarantini". La prima udienza del processo è il 16 dicembre.Adesso se ne sono accorti anche i giudici... Travaglio rinviato a giudizio per diffamazione
Il vicedirettore del Fatto quotidiano è stato rinviato a giudizio insieme a Gomez, Lillo e Pappaianni per alcune frasi contenute nel libro "Papi, uno scandalo politico". I passi incriminati sono su Lucia e Domenico Rossini, definiti rispettivamente "donna d’onore legata a un clan malavitoso barese" e "spacciatore di droga e pusher di fiducia di Gian Paolo Tarantini"
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