Adriano: «Non ho più nulla ma mi è rimasta la fede»

Adriano tiene in mano il rosario, lo fa scorrere fra le dita. «È l’unica cosa che mi è rimasta, la fede», dice dal suo giaciglio in via Hoepli. Ha 39 anni, viene dalle Filippine ed è in Italia dal 1998. Ha perso il lavoro e dorme qui in mezzo alla strada. «Con il sacco a pelo e i cartoni ce la faccio - spiega mentre tira fuori dallo zaino un altro telo di plastica per coprirsi -. Metto sempre la camicia e altri otto pezzi sopra. E poi qui sotto i portici, è riparato». Ha provato ad andare a dormire in via Saponaro, nel dormitorio, ma dopo la prima volta non l’hanno più accettato perché era sempre pieno. «Ho deciso di stare per strada - continua a spiegare Adriano - tanto non cambia niente». Prima di sistemare il suo letto in via Hoepli, va al Mac Donald, prende un cappuccio e approfitta del bagno per lavarsi i denti e la faccia. «Il permesso di soggiorno l’ho appena rinnovato - continua -. Prima lavoravo in un centro di smaltimento rifiuti. Ma poi mi sono licenziato perché mi hanno fatto promesse che non hanno mantenuto». Nel suo Paese ha studiato per diventare perito meccanico ed elettricista e qui in Italia ha preso la patente di guida.

Degli altri suoi «colleghi» morti per il freddo non sa nulla però. «Dio è l’unica cosa che mi tira un po’ su il morale - aggiunge guardando il rosario -. Mi affido a lui, e se mi succede qualcosa, mi appello alla sua bontà».

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