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Afghanistan, cambiano le regole d’ingaggio

Frattini e La Russa dicono sì alle richieste della Nato: "Ma le nostre truppe non saranno spostate nel pericoloso sud". Tra le novità anche la possibilità per il governo di dare una risposta non più in 72, ma in 6 ore al massimo

Afghanistan, cambiano le regole d’ingaggio

Roma - Primo contatto con Nato e Ue dei neoministri Frattini e La Russa e si sblocca la richiesta a lungo avanzata dal quartier generale dell’Alleanza atlantica di rivedere il «caveat» delle nostre truppe impegnate in Afghanistan. E non è tutto. Da Bruxelles, il ministro della Difesa conferma il ritiro di 300 uomini del nostro contingente da Kabul, come previsto da tempo. Il segnale di maggior rilievo resta comunque quello della modifica delle regole d’ingaggio: «Nessuno spostamento delle truppe a sud» o comunque in zone dove gli agguati della guerriglia talebana sono più insistenti, ha tenuto a spiegare il ministro degli Esteri. Ma solo una revisione d’atteggiamento che permetta al nostro contingente (attualmente 2.700 uomini) di correre laddove si sia creato un pericolo per altre forze Nato. Con la novità, anch’essa importante, che il governo a Roma dia una risposta non più in 72, ma in 6 ore al massimo.

Era da mesi che De Joop Scheffer, segretario olandese dell’Alleanza bussava per modificare l’impiego dei nostri militari in Afghanistan. L’aveva chiesto a Prodi, a D’Alema, a Parisi: ma quelli, alle prese col fronte interno della sinistra radicale, avevano sempre respinto la richiesta al mittente. Ora Frattini e La Russa hanno concesso il via libera. «Solo una maggiore flessibilità», ha puntualizzato Frattini. Il che, manda a dire a Roma (dove la sinistra radicale già protesta), non significa assolutamente spostamento permanente. E conferma che i nostri uomini «non stanno affatto nelle retrovie». Tanto Frattini che La Russa hanno ricordato che la questione, verrà comunque discussa in tempi brevi in Parlamento. Si parla infatti di fine giugno per la revisione del «caveat», e dunque è possibile che la questione venga affrontata dalle Camere verso la metà del prossimo mese. «Io e Frattini - ha spiegato La Russa - diciamo che occorre valutare nuove forme di flessibilità, ma questo non vuol dire cambiare gli obiettivi della missione».

Quanto al ritiro del contingente italiano di stanza a Kabul, a settembre, La Russa ha

ricordato che era previsto. Alla sede Nato hanno confermato. Mentre a Bruxelles si è avviata la procedura per rafforzare le forze di polizia presenti in Afghanistan, portandola dai 150 militari di 27 paesi a 400 entro giugno.

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